Attesa e timori per la canonizzazione dei due Papi santi

L’esercito dei pellegrini a San Pietro fa anche paura. 
La grande prova generale c’era stata il primo maggio di tre anni fa con oltre un milione di persone a Roma per la beatificazione di Papa Wojtyla e ora che domenica il pontefice polacco diverrà Santo insieme al papa buono,Giovanni XXIII, in via della Conciliazione e dintorni c’è chi teme l’assalto della folla e chiuderà saracinesca.

«NON APRIAMO»
Come al “Caffè San Pietro”, dove confermano: «Non apriremo sabato, domenica e lunedì. Troppa gente, quasi impossibile arrivare fin qui per noi e poi c’è il problema dei bagni, una fila continua». Ossia: troppo pochi a detta dei ristoratori quelli chimici piazzati nella zona “rossa” racchiusa tra via Borgo Santo Spirito, piazza Pia e via Borgo Sant’Angelo. Quest’anno l’Ama qui ne piazzerà 373 più altri 66 per portatori di handicap. Calcolando che sono attesi nell’area tra gli 800mila e il milione di fedeli, significa che ci sarà un bagno ogni duemila persone. Resterà chiuso anche il “Bar Giacomelli” sull’altro lato della strada: «Difficile lavorare in queste condizioni, serranda abbassata domani e domenica». L’esperienza insegna e c’è chi pur di aprire ha escogitato un “piano”: «Uno di noi arriverà per primo, alle cinque della mattina per aprire agli altri che arriveranno più tardi dopo avere mostrato il passi rilasciato dal Municipio ai varchi», spiega Jonah direttore del Nova Caffè. Che incalza: «In occasioni del genere, anche percorrere pochi metri o attraversare una strada diventa un’impresa nella calca. Per i pellegrini raggiungere i wc mobili sistemati ai lati di viadella Conciliazione diventa un miraggio. Così non resterà che bussare ai bar». Lo sanno bene all’Universal. Simone e Ottavio da dietro al bancone ricordano quello che era successo tre anni fa: «Non riuscivamo nemmeno ad aprire tanta era la gente. Alla fine siamo passati da una finestra, come ladri. I bagni? Praticamente distrutti, li abbiamo dovuti rifare».

L’ATTESA
Chi resta aperto, non nasconde la paura. «L’ansia per domenica è tanta – confessano Sonia e Caterina che gestiscono “l’Outlet del religioso” – Quando ci sono così tante persone non sai mai che cosa potrà accadere». Sonia è d’origine coreana, ma a Roma è da 25 anni. «Ci porteremo una bella scorta di acqua, saremo pronte ad aiutare chi è in difficoltà – afferma mentre impacchetta rosari – come era successo tre anni fa. Ci trovammo un muro umano schiacciato sulla soglia del negozio. Qualcuno svenne e noi lo facemmo sdraiare all’interno, in attesa dei soccorsi». Sandra vende souvenir su via della Conciliazione da trent’anni. «Ho fatto scorta di gadget e pubblicazioni in lingua polacca, è dal Paese di Wojtyla che attendiamo il boom dei visitatori». Aperta anche la Galleria Savelli a piazza Pio XII: «Siamo 12 dipendenti, tutti con il passi per accedere, ce la faremo», è ottimista Susanna.

L’attesa si respira camminando tra i viali attorno al Vaticano. La fila ai Musei spaventa solo a vederla. Nugoli di guide turistiche s’offrono ai visitatori e i venditori abusivi giocano a guardia e ladri con la municipale. In trincea i residenti: «Ci hanno tolto i parcheggi – denuncia Diana Daneluz, che abita in viale Vaticano – e i vigili si accaniscono sulle nostre auto assiepate nei pochi spazi liberi rimasti, multandole senza pietà. E tutto intorno è una grande casbah».

 

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