Duro attacco di Grillo a Renzi

«Il pellegrinaggio ossequioso – scrive oggi Beppe Grillo in un post sul suo blog – subito dopo il loro insediamento, dei nostri primi ministri, come Rigor Montise Capitan Findus Letta, presso la Merkel (e persino del voglioso ebetino di Firenze, che non vanta alcuna credenziale se non quella di aver vinto alla Ruota della Fortuna) ricordano la ricerca della benedizione papale dei grandi feudatari del medio evo. In ginocchio, baciando il sacro anello. “Gott mit uns”. Gli interessi economici della Germania e quelli dell’Italia non coincidono più da molto tempo, dal nostro ingresso nell’euro, che in realtà è un marco mascherato. E’ necessaria una mediazione, un confronto alla pari, per uscire dall’attuale impasse, non la continua genuflessione dei nostri politici».

Il tour di Renzi. L’attacco di Grillo si riferisce al tour di Matteo Renzi nelle cancellerie europee, cominciato in sordina ma destinato a suscitare clamore. Giovedì ha visto la cancelliera Angela Merkel e ora si prepara ad incontrare Francois Hollande in una prossima missione Oltralpe. Appena la notizia è diventata di dominio pubblico i suoi più stretti collaboratori hanno fatto sapere che il faccia a faccia con frau Merkel era assolutamente «privato». E che soprattutto il premier Enrico Letta ne era stato «informato». Una precisazione tesa ad evitare che la visita a Berlino possa essere interpretata se non come una delegittimazione almeno come un gesto di scortesia nei confronti dell’inquilino di Palazzo Chigi.

Il post di Grillo. «Dopo le elezioni politiche di febbraio – prosegue Grillo – sono stato contattato ufficialmente, con una lettera o una mail seguita da una telefonata, dagli ambasciatori dei principali Paesi. Ho riscontrato da parte loro grande curiosità e interesse per il M5S e forte preoccupazione per il futuro dell’Italia e per l’effetto domino che una crisi del nostro Paese potrebbe comportare. Solo una grande Nazione non ha chiesto un incontro ufficiale: la Germania. Sono convinto che si tratta di una distrazione. Negli incontri ho ribadito, sempre, la necessità per l’Italia di avere una maggiore sovranità per le decisioni in campo economico, militare, monetario. Non credo sfugga a nessuno che l’Italia di oggi assomigli in modo sempre più smaccato a quella del Seicento, del “Franza o Spagna purché se magna”. Sostituite la Francia e la Spagna con la Germania e gli Stati Uniti e ci ritroviamo nel XXI secolo. Nell’euro, a queste condizioni non possiamo più restare se vogliamo mantenere in piedi il nostro sistema produttivo. O si creano gli eurobond, titoli pubblici garantiti dalla BCE, per suddividere il rischio Paese su tutta l’area euro, o si ristruttura il nostro debito pubblico, in sostanza si congela il capitale investito o si rinegoziano gli interessi nel tempo. Entrambe queste ipotesi sono viste dalla Germania, che possiede una gran parte dei nostri titoli pubblici, come l’orticaria, ma tertium non datur, non vedo altre possibilità per rimanere nell’euro. Non possiamo morire per Berlino, nè fare la fine della Grecia per accontentare gli interessi tedeschi e le ambizioni dei nostri politici. Primum vivere, con o senza euro».

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *