E’ legge la norma in materia di sicurezza e il contrasto della violenza di genere

L’Assemblea ha approvato in via definitiva il ddl n. 1079 di conversione in legge del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province, già approvato dalla Camera dei deputati.

 

Noto come decreto contro il femminicidio, il testo originario del Governo, presentato con l’obiettivo di prevenire la violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime, è stato significativamente modificato alla Camera, dove sono state introdotte disposizioni sulla protezione civile e sul commissariamento delle province, oltre a nuove misure a tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica.

 

Il provvedimento prevede aggravanti qualora violenze e maltrattamenti siano commessi contro donne in gravidanza o alla presenza di minori e se le violenze siano commesse da persona legata alla vittima da relazione affettiva. Il questore in caso di percosse o lesioni può ammonire il responsabile disponendo la sospensione della patente. In caso di flagranza, l’arresto sarà obbligatorio anche per i reati di maltrattamenti in famiglia e stalking. La polizia giudiziaria può applicare la misura cautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare e chi è allontanato dalla casa familiare può essere controllato attraverso il braccialetto elettronico e le intercettazioni telefoniche. La querela diventa irrevocabile alla presenza di gravi minacce ripetute. A tutela della persona offesa sono previsti obblighi d’informazione in sede processuale. Le vittime di stalking, maltrattamenti in famiglia e mutilazioni genitali potranno essere ammesse al gratuito patrocinio legale. Nella trattazione dei processi, i reati di maltrattamento in famiglia, stalking, violenza sessuale avranno la priorità. Sono stanziati 10 milioni di euro per finanziare un Piano d’azione anti-violenza e la rete di case-rifugio. Per la repressione del cyberbullismo, sono aggravate le pene per frode informatica e furto dell’identità digitale ed è prorogato di tre anni l’istituto dell’arresto differito per il contrasto della violenza negli stadi.

 

 

 

La Presidente della Commissione affari costituzionali, senatrice Finocchiaro (PD), ha preso la parola per richiamare il Governo al rispetto dei principi costituzionali e delle norme sull’omogeneità dei decreti-leggi che garantiscono il corretto riparto di competenze tra poteri dello Stato e la qualità della legislazione. Il Presidente della Commissione giustizia Palma (PdL) ha criticato l’iter del provvedimento che segna il superamento nei fatti del bicameralismo perfetto, dovendo il Senato approvare il testo senza modifiche per evitarne la decadenza. Evidenziando l’irragionevolezza delle modifiche che hanno trasformato le aggravanti speciali in generali, ha preannunciato un’iniziativa parlamentare per rimediare agli errori commessi.

 

Per condividere le considerazioni espresse dai Presidenti di Commissione, sono intervenuti i senatori: Loredana De Petris (Misto-Sel), Morra (M5S), Buemi (Aut-PSI), Schifani (PdL), Crosio (LN-Aut), Mauro (GAL). I senatori Zanda (PD) e Lanzillotta (SCpI) hanno imputato l’abuso della decretazione d’urgenza alla mancata riforma dei Regolamenti parlamentari.

 

Dopo che i relatori, senatrice Lo Moro (PD) e senatore Cardiello (PdL), hanno depositato il testo scritto della relazione, l’Assemblea ha respinto la questione pregiudiziale di costituzionalità, avanzata dal senatore Campanella (M5S). Nella discussione generale, sono intervenuti i senatori: Crosio (LN-Aut); Airola, Morra, Ivana Simeoni (M5S); De Cristofaro (Misto-Sel); Romano (SCpI); Elisabetta Alberti Casellati (PdL). Al fine di accelerare la conversione di un provvedimento molto atteso dalle donne, le senatrici: Maturani, Fattorini (PD), Bianconi (GAL) hanno consegnato alla Presidenza testi scritti che sono pubblicati nell’allegato B del Resoconto stenografico.

 

Movimento 5 Stelle e Sel hanno criticato il provvedimento che, nato per contrastare la violenza domestica, è stato trasformato in un pacchetto sicurezza. Ricordando che il ddl d’iniziativa parlamentare la violenza di genere era in corso d’esame, hanno criticato il ricorso a un decreto-legge nel quale sono state introdotte disposizioni eterogenee come l’inasprimento di pene contro il boicottaggio dei cantieri per l’alta velocità.

 

Su invito del relatore Cardiello (PdL), la Lega ha ritirato gli emendamenti ad eccezione del 4.1, che è teso a sopprimere l’articolo sul rilascio del permesso di soggiorno alle donne straniere vittime di maltrattamenti.

 

Respinta la proposta di non passaggio all’esame degli articoli, avanzata dal senatore Santangelo (M5S), sono stati accolti ordini del giorno di M5S e Lega Nord, sui temi dell’affidamento dei figli, delle campagne di sensibilizzazione per il contrasto della violenza sulle donne, del controllo di validità dei matrimoni a fini del ricongiungimento familiare. E’ stato accolto inoltre l’ordine del giorno G114 della senatrice Cirinnà (PD) e altri che impegna il Governo a sostenere l’iter normativo dei ddl in materia di contrasto della violenza di genere all’esame delle Commissioni affari costituzionali e giustizia del Senato.

 

Respinti tutti gli emendamenti, le dichiarazioni di voto finali a favore del provvedimento sono state svolte dai senatori: Barani (GAL), Stefania Giannini (SCpI), Alessandra Mussolini (PdL), Josefa Idem (PD). Hanno dichiarato la non partecipazione alla votazione le senatrici Alessia Petraglia (Misto-Sel), Erika Stefani (LN-Aut) e Michela Montevecchi (M5S). In dissenso dal Gruppo è intervenuto il senatore Falanga (PdL).

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