Gigli, l’associazione Nova Alba omaggia Enzo Parisi

 Nola – Una serata per omaggiare un mito della Festa: Enzo Parisi. L’evento è stato fortemente voluto dall’associazione Nova Alba presieduta da Carmine Crisci. “Senza memoria la festa non potrà avere futuro”. E’ stato questo il messaggio lanciato nel corso della serata. Ad intervenire diversi cantanti della festa ancora in attività che hanno voluto omaggiare il proprio idolo. A susseguirsi sul palco, Raffaele Caccavale, Felice Parisi, Paolino Di Somma, Salvatore Minieri, Tino Simonetti. Ad accompagnare le loro voci l’orchestra composta da Pino Cesarano, Aniello Menna, Nino Cavallaro, e Felice Caccavale. Momenti davvero emozionati sono stati quelli vissuti l’altra sera. Attraverso le canzoni ed un film – documentario sono stati ripercorse le fasi salienti della carriera del grande Enzo. L’avventura di questo grande figlio della città inizia “ sui quartieri”, nella popolare via conte Orsini, dove abita con la sia numerosa famiglia. Nato a Lione, in provincia di Avellino, terz’ultimo di undici figli, la sua adolescenza è caratterizzata dalla difficile situazione di quei tempi che impone a tutti l’arte di arraggiarsi. “ Certe volte si cenava anche con la fantasia”. Rivela il fratello Carmine, altra sera assente perché influenzato. Sono anni difficili quelli. Enzo non fa mancare il suo sostegno alle attività familiari per far quadrare il bilancio, in particolare come venditore ambulante. Ma la sua grande passione è il canto. Il suo idolo in quel periodo è Sergio Bruni di cui ne interpreta molti brani, partecipando a diversi concorsi canori. Poco prima del 1970, il suo amore diventa, però, la canzone dei Gigli. Nel 1967 il suo debutto sul palcoscenico dell’Eterna, con il Giglio promosso dalla paranza Mariano – Pollicino. E’ un debutto non facile, visto che dinanzi al giovane Enzo vi sono mostri sacri come Greco piuttosto che Tortora. La sua voce  rompe un canone consolidato. Per la prima volta, l’interpretazione si impone sulla potenza canora. Fino ad allora, infatti, i cantanti dei Gigli avevano un’ impostazione tenorile e portavano avanti un repertorio fatto di note di petto e di estensioni vocali notevoli. Parisi, invece, introduce nella Festa l’interpretazione: la voce diventa uno strumento per esprimere soprattutto i sentimenti. Ed ancora, al posto di un repertorio preparato ed accurato, Enzo propone l’ improvvisazione ed il pieno coinvolgimento della paranza e del comitato. Siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione che cambierà per sempre il canto dei Gigli. Anno dopo anno, macina successo e consenso. Maestri di festa, musicisti, e parolieri fanno a gara per averlo. La prima parte della sua carriera, lo vede legato al mitico capo paranza, Erasmo Leone. Insieme scriveranno pagine memorabili per la Festa. Di questo periodo rimarrà per sempre il famoso inno “ Alè Leoni” che Enzo lanciò nel 1976 su suggerimento del fratello Carmine che gli segnalò l’inno dell’Anderlecht (Alons les rouges) come possibile tema per una marcetta. Poi il sodalizio con Leone si interruppe, per aprire un altro importante connubio, durato un ventennio, con la paranza Trinchese. Lo stesso  Nicola Natalizio, ricorda , tra l’altro, la partecipazione di Enzo alla Piedigrotta, con il brano “ A sciurara”. “Era una canzone che avevo scritto per la Festa dei Gigli di Nola – sottolinea Natalizio – che abbiamo proposto anche alla Piedigrotta riscuotendo un grandissimo successo, anche grazie alla grande interpretazione di Enzo”. L’ultima Festa dei Gigli, allorché era molto sofferente e consumato dal male che lo stroncherà, la svolse con il Calzolaio 2001 Un comitato, composto interamente da giovani, così come la paranza, la Regina Fu una Festa anche quella memorabile, in cui Enzo, come sempre, non si risparmiò Di lui, oggi, restano certamente le canzoni, ma soprattutto il grande amore per la Festa dei Gigli che è stata la sua ragione di vita. Un esempio, quello di Enzo, che andrebbe ricordato in maniera più significativa, perché quanti si spendono per alimentare il fuoco delle tradizioni e della storia della città, vanno preservati dall’oblio. Ed è proprio questo l’intento dell’associazione Nova Alba.

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