Gigli, solo 22 domande per la Festa 2014

Nola – Appena ventidue richieste. Al rintoccare del gong delle dodici di ieri mattina, termine ultimo per la presentazione delle domande di assegnazione dei Gigli e della Barca per la Festa 2014, sono risultati 22 i richiedenti complessivi.

 

 

 

Un dato sostanzialmente in calo che preoccupa non pochi, soprattutto se raffrontati con gli anni precedenti. Lo scorso anno furono 38. Tutte le richieste sono state presentate nella mattinata di ieri. Fino all’altro giorno, infatti, l’ufficio preposto presso il Comando dei Vigili urbani, aveva l’apposito registro ancora vacante. Insomma, la corsa all’assegnazione sembra essere solo un ricordo del passato. A pesare, molto probabilmente, due fattori. Tra questi, la nuova regolamentazione della Festa che ha senza dubbio aggiunto maggiori oneri e responsabilità in capo al maestro di festa. Ma la chiave di lettura di questo “arretramento” è da individuarsi certamente nella crisi che ha colpito la festa dei Gigli. A testimoniarlo sono state le magre questue di quest’anno e la sempre minore partecipazione ai convivi per la raccolta dei fondi. Una situazione che impone una serie di riflessioni. La Festa per continuare dovrà per forza di cose convivere con la crisi. La grande kermesse dovrà ritornare come auspicava il poeta nolano, Geppino Mele, in una sua celebre canzone, “na  Festa puverella”. Coronare il sogno che ogni nolano ha nel cassetto è diventato senza dubbio più difficile. La lievitazione generale dei prezzi ha di fatto alzato e non di poco l’asticella delle difficoltà Accanto a tutto questo, va aggiunto che la stretta dei controlli su tutti i passaggi contabili della festa, ha naturalmente aumentato quelli che sono gli oneri. Una situazione che ha aperto in città un ampio dibattito circa la necessità di applicare una spending review della Festa. In buona sostanza, in questi tempi di vacche magre, è necessario limare tutte le voci di spesa per riuscire a rientrare entro un badget sostenibile, ma soprattutto in linea con i tempi. Una rivisitazione generale dei costi, da tempo già in gestazione, visto il vertiginoso aumento dei prezzi. Dare continuità alla millenaria tradizione significa, dunque, ritornare alla festa delle origini.

Per gli stessi questuanti, l’obolo per la Festa non è più sostenibile. Con bilanci familiari sempre più precari diventa praticamente impossibile in un lasso di tempo di due mesi, Aprile – Maggio, addirittura, se si è invitati, elargire anche più di una questua. Non a caso si parla a tal proposito dell’introduzione del criterio dei rioni o delle corporazioni per ampliare la base dei questuanti. Anche questi aspetti entrano a far parte della fase “costituente” della Festa dove necessariamente bisogna addivenire a delle larghe, se non addirittura, larghissime intese. Il futuro della tradizione, infatti, non può che fondarsi su un sentimento ed un sentire condiviso

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