Il biostabilizzato, ‘cavallo di Troia’ di Cesaro

Napoli – L’hanno trovato il modo per non fare la raccolta differenziata porta a porta a Napoli. “Dividiamo la spazzatura a valle, costa meno e si riduce il volume dei rifiuti da gettare in discarica. L’umido diventa biostabilizzato e va in cava; il secco a bruciare nell’inceneritore di Acerra…”. Due piccioni con una fava! Finalmente è arrivata la panacea delle soluzioni per mettere fine all’atavica emergenza rifiuti in Campania? Macchè! L’APAT (Agenzia di Protezione Ambientale Piemonte) raccomanda cautela nello sversamento in cave e terrapieni del ‘biostabilizzato’, un compost ‘fuori specifica’ prodotto dalla putrescenza della frazione umida del tal quale, quindi un rifiuto a tutti gli effetti. E non è finita. Nel terriccio biostabilizzato si anniderebbero i metalli pesanti e tutti i tossici industriali che si rinvengono puntualmente nei rifiuti solidi urbani. Quindi è un compost potenzialmente pericoloso perché inquina le falde acquifere e contamina l’organismo umano e animale. Il Professor Franco Ortolani, ordinario di geologia all’Università di Napoli, spiega: “Se metto il biostabilizzato in una cava dismessa del nolano o di qualsiasi altra zona, ogni volta che questo viene a contatto con la pioggia crea percolato, che finisce nella falda e quindi sui prodotti agricoli. E se questi metalli pesanti vanno in falda, l’irrigazione dei campi viene compromessa e si possono contaminare le colture e quindi l’uomo. Pertanto, sconsiglio l’uso massivo di biostabilizzato per riempire le cave senza adeguate protezioni”. In effetti, più che un consiglio è un vero e proprio allarme sanitario. E’ oramai noto, infatti, che nelle prossimità delle discariche i pozzi artesiani sono quasi tutti contaminati da tossici di ogni genere, in quanto i teloni protettivi sono oramai deteriorati. Per anni, poi, la camorra ha smaltito illecitamente in queste discariche i rifiuti tossici provenienti dal nord e nell’ultimo decennio abbiamo iniziato a patirne gli effetti sulla salute. Il biostabilizzato propagandato da Cesaro non ci convince. Uno perchè è un rifiuto a tutti gli effetti; due perché non incentiva la raccolta porta a porta, anzi il contrario. E terzo inquina di più le falde perché verrebbe sversato senza teloni di protezione. I sindaci del nolano, dopo mesi di trattative, hanno posto un out-out al Presidente Cesaro: o lo Stir di Tufino serve solo i comuni che fanno almeno il 35% di raccolta differenziata o niente disponibilità per aprire le cave. La parola passerà poi alla regione, in quanto cesaro aveva il compito solo della ricognizione dei siti e si sa, Caldoro non farà sconti. A lui interessa almeno un sito di discarica, cosa che le popolazioni del nolano non sono intenzionate a dare dopo lo scempio di Paenzano 1 e 2. Il ‘cavallo di Troia’ di Cesaro è proprio questo: sembra che abbia accettato il diktat dei sindaci nolani che, al massimo, concederanno solo una cava per i loro bisogni; ma si sa, gli amici si vedono nel momento del bisogno e quindi, per le prossime emergenze una cava potrà diventare anche una discarica di tal quale all’occorrenza…

di Gennaro Esposito

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *