Napoli, un incontro “a tu per tu” con il drammaturgo Enzo Moscato

Napoli – L’attore e autore teatrale napoletano, Enzo Moscato, stato l’assoluto protagonista dell’incontro tenutosi presso “la Sala Assoli” del Teatro Nuovo di Napoli, alcuni giorni fa, nel cuore dei famosi “quartieri spagnoli”. Ad aprire l’incontro è stato il professore di letteratura italiana dell’Università “Federico II” di Napoli, nonché Presidente del Corso di Laurea magistrale in “Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria”, Giancarlo Alfano, il quale ha anticipato sommariamente gli argomenti trattati nel corso della tavola rotonda. Dalla sua introduzione è emerso che il maestro Moscato, con i suoi testi teatrali, è sicuramente diventato un modello di confronto, anche tra i più giovani. Subito dopo il propedeutico intervento del professore Alfano, si è passati al momento del dialogo vero e proprio con l’autore teatrale. Sin dalle prime parole pronunciate da quest’ultimo, si è percepita nell’aria un’atmosfera diversa, come se si fosse entrati in una bolla magica e ci si fosse dimenticati del mondo fuori. Egli “si è spogliato” dinanzi ai presenti, mostrando tutta la sua umanità e, senza peli sulla lingua, ha ripercorso a grandi linee le tappe fondamentali della sua vita.

Da buon “scugnizzo” napoletano, non ha mai negato le sue origini, neanche quando ha inserito la ricca cultura popolare, tramandatagli dai genitori, all’interno delle sue opere. Essa è stata e continua ad essere determinante per il maestro, in quanto è parte del suo dna e non potrebbe farne a meno. Non a caso, considera Napoli come un “mondo da vivere” in cui ci si trova di tutto, nel bene e nel male. A questo suo aspetto, poi, ha aggiunto il suo essere “intellettuale” e “poliglotta” (“Mi piace imparare una lingua, o almeno conoscere qualche parola di lingua straniera, solo per il piacere di sentire i suoni”, ha così ammesso). Secondo l’attore, fondendo la cultura napoletana (definita “barocca” e “teatrale”) e la cultura francese (per la lingua “epistemica” e “dottrinale”), ci sarebbe un connubio perfetto per la realizzazione degli spettacoli. Queste due culture, però, non hanno valenza nel mondo teatrale se non vengono aggiunti i tre elementi determinanti per fare teatro, che corrispondono alla giusta “idea di scena”: la parola, la pelle e la voce. Laureato in Filosofia, ha sempre mostrato un grande amore per la poesia, ma ha anche la passione per il canto; ha sottolineato, infatti, che la drammaturgia napoletana si affida alle canzoni napoletane.

Durante l’evento, è intervenuta spesso la professoressa di letteratura italiana dell’Università degli Studi di Salerno, nonché Presidente dell’associazione “Centro Studi sul Teatro Napoletano”, Antonia Lezza, la quale è risultata indispensabile ai fini del dialogo, in qualità di sostenitrice degli insegnamenti di Moscato rivolti alla platea. Nella parte finale dell’incontro, sono state rivolte delle domande al Maestro da parte dello spettatore più curioso. Tra queste, è sicuramente spiccata quella riguardante lo spunto per la composizione dei testi per il teatro, alla quale domanda l’autore ha risposto che “non è necessario strutturare un discorso estremamente tecnico, in quanto non esiste uno schema fisso, ma non si deve dare neanche conto alla scrittura creativa”. Per fare bene, quindi, “C’è bisogno di mettere l’anima e la propria passione all’interno dei testi, cosicché la messa in scena, tramite gli attori, possa trasmettere le emozioni che uno ha dentro”.

Imperdibile il prossimo appuntamento con Enzo Moscato al Teatro Nuovo di Napoli: dal 12 al 15 gennaio 2017 verrà proposto il recital scritto da Moscato stesso, intitolato “Modo Minore”, (il cui progetto, arrangiamenti e direzione musicale sono affidati a Pasquale Scialò), per la produzione della “Compagnia Teatrale” di Enzo Moscato.

 

di Nicola Compagnone 

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