Nola, l’università minaccia di andar via: ora la maggioranza invoca un Consiglio comunale urgente

Nola – Maggioranza pervasa da “schizofrenia”. Solo pochi giorni fa il presidente del consiglio, Salvatore Notaro, aveva convocato una conferenza dei capigruppo per dare un’ accelerata sulla questione Università. Un’ iniziativa assunta per superare il profondo impasse in cui si era piombati, accolta però dall’ indifferenza generale tanto che quasi tutti i gruppi avevano risposto con la necessità di un aggiornamento.

Questa mattina, invece, sulla scrivania dello stesso presidente dell’assemblea cittadina, è giunta una richiesta di un Consiglio comunale ad horas per discutere proprio delle sorti dell’Ateneo.

Che cosa è potuto mai succedere per determinare una folgorazione del genere?

All’orizzonte c’è la concreta possibilità che l’università Parthenope abbandoni il suo progetto di realizzare una sede del proprio ateneo nella città bruniana. Le incertezze procedurali, con un permesso a costruire, prima concesso, in fase istruttoria, e poi clamorosamente negato, e le note spaccature all’interno della maggioranza, hanno evidentemente stancato oltremodo il Senato accademico. Lo stesso si è riunito proprio questa mattina ed avrebbe deliberato la necessità di “guardare altrove”. Evidentemente il Comune di Nola non è più considerato un interlocutore affidabile.

La notizia si è diffusa immediatamente. Con un giro di telefonate la risicata maggioranza si è precipitata in Comune. Il sindaco in persona ha preso la situazione in mano, riuscendo a strappare, evidentemente, un extra -time per provare a recuperare la situazione in “Zona Cesarini”.

 Ci sarà tempo dunque fino al 30 giugno, allorché è fissato un consiglio di amministrazione della Parthenope che attende un segnale di disponibilità a proseguire nel progetto.  Stesso in mattinata è stata inoltrata una richiesta urgente di consiglio comunale alla presidenza del Consiglio comunale.

Insomma, tutto ad un tratto la maggioranza si è riavuta dal torpore. Speriamo che questa tardiva presa di coscienza serva a non perdere definitivamente questo importante treno. La vicenda, però, non è di così facile risoluzione, anche perché il permesso a costruire in deroga in via Madonne delle Grazie presenta molte incertezze di carattere giuridico e si presterebbe, se non valutato con attenzione, a ricorsi e a rischiose responsabilità di carattere economico a carico dei consiglieri comunali che avelleranno questa scelta. https://www.nonsolonola.com/pasticcio-urbanistico-nella-vicenda-delluniversita-parthenope-a-nola/

E poi ci si chiede: ci sono tutti i presupposti tecnici per convocare un Consiglio di questo tipo?

MANCANO I DOCUMENTI NECESSARI PER VALUTARE L’INTERESSE PUBBLICO

I capigruppo consiliari avevano manifestato l’impossibilità di valutare l’interesse pubblico per la mancanza degli atti tecnici necessari a valutarne l’esistenza; infatti i consiglieri sono chiamati non solo a deliberare sulla circostanza che la realizzazione dell’Università  sia di interesse pubblico ma, trattandosi di permesso di costruire in deroga, questo interesse deve essere valutato e motivato, comparandolo con tutti gli altri interessi  pubblici che eventualmente devono essere sacrificati; a  maggior ragione, se si pensa che la deroga è a vantaggio di un cittadino privato.

Tutte valutazioni che i consiglieri comunali possono fare se hanno a disposizione atti tecnici che mancherebbero del tutto nella pratica.

Inoltre, trattandosi di un istituto distinto e diverso dalla variante urbanistica, necessiterebbe dell’attestazione espressa che nella fattispecie è applicabile l’istituto del permesso a costruire e non a quello della variante; tutte cautele di cui dovrebbe tenersi conto se,

I CONSIGLIERI COMUNALI SI ESPONGONO AD UN MILIONARIO RISARCIMENTO SE LA PROCEDURA NON DOVESSE ESSERE CORRETTA

Ad oggi l’Universita e la società Vim non possono accampare pretese risarcitorie, ma il rilascio di un titolo illegittimo esporrebbe il Comune di Nola e i consiglieri comunali ad un sicuro milionario risarcimento dei danni a favore dell’Università e della società costruttrice. Parliamo infatti di un’opera di oltre dieci milioni di euro

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