Nola, Piano regolatore fermo dal 1995: troppe deroghe per far fronte alle nuove esigenze

Nola – Approvare il Puc, il Piano urbanistico comunale, dovrà essere un impegno ed un obiettivo preciso della nuova amministrazione. La legge prevede l’adozione dello stesso entro il 30 giugno e l’approvazione entro dicembre. Certo, ormai siamo abituati allo slittamento dei termini, ma l’esigenza è quella di colmare un vulnus piuttosto che adempiere ad una semplice scadenza burocratica.

La programmazione urbanistica cittadina è rimasta ancorata, ormai da decenni, al Piano Regolatore del 1995, strumento urbanistico  obsoleto e non più adeguato alle esigenze attuali.

In questi anni, infatti, la città si è estesa e stratificata. Nel frattempo, ad esempio, sono intervenuti tre condoni, sono aumentate le esigenze legate a spazi verdi e ai luoghi per servizi alla comunità.

La mancanza del Puc è stata compensata per lo più con provvedimenti urbanistici in deroga, accedendo alle opportunità residuali del Piano Regolatore, oppure al Piano Casa, soprattutto con gli abbattimenti e le ricostruzioni.

Ora, però, è giunto il momento di un “cambio di passo” strutturale per addivenire ad una pianificazione del territorio più sistematica e adeguata alle necessità.

Il Puc potrebbe rappresentare inoltre l’occasione per aprire, sulla scorta anche di qualche esempio di comuni viciniori, una fase di ascolto e di confronto con le varie realtà del territorio per evidenziare le reali esigenze che siano indicate “dal basso”

Altro elemento che potrebbe contribuire ad un sostanziale miglioramento del decoro urbano è l’adozione del Piano colore.

Si tratta dello strumento urbanistico finalizzato alla riqualificazione delle facciate dei fabbricati in particolare del centro storico che ha vitale urgenza di una rigenerazione. Siamo di fronte ad un’iniziativa attesa da tempo e che appare ormai non più procrastinabile. Se ne parla ormai da quindici anni circa, ma non si è mai andati oltre al bando per l’affidamento dei servizi di progettazione del programma e dei materiali di recupero delle facciate degli edifici centro storico, mai effettivamente espletato.

Il centro storico della città bruniana è tra i più interessanti della regione avendo conservato, per buona parte, la sua struttura originaria che fortunatamente non ha subito gravi trasformazioni o danni particolari derivanti dal fenomeno dalla cementificazione selvaggia degli anni ’70 e post terremoto dell’80 che ha invece riguardato altri comuni della provincia di Napoli.

Molti edifici però necessitano di un profondo restyling, tenendo però bene a mente alcuni canoni da fissare per evitare una perdita di identità.

Un discorso che aiuterebbe anche sul piano della promozione turistica. L’ Unesco nel 2013 ha riconosciuto la secolare Festa dei Gigli nell’ambito della Rete italiana delle Grandi Macchine a spalla, quale bene del patrimonio immateriale dell’umanità

E tra gli elementi della tradizione vi è anche il percorso, le cosiddette “vie dei Gigli”, che da secoli è sempre lo stesso. Antiche stradine e piazze che andrebbero assolutamente riqualificate proprio in funzione della loro capacità di essere un attrattore, perché oggetto del transito, ogni anno, delle macchine da festa che si spera presto possano riprendere il loro rituale.

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