Nola, sentenza Tar ripristina la zona H in piazza D’Armi: centro di ricerca dell’università in bilico. Sempre più urgente l’approvazione del PUC

Nola – Per i progetti in corso su piazza D’Armi occorrerà una profonda rivisitazione. A “sparigliare le carte in tavola”, infatti, è intervenuta – alcuni giorni fa (20 giugno) – la decisione del Tar che ha accolto le osservazioni che nel 2016 cittadini, operatori commerciali, e associazioni della città di Nola, evidenziarono nei confronti della delibera del Consiglio comunale – all’epoca amministrazione guidata dall’ex sindaco Geremia Biancardi – che trasformava la zona dove insiste la caserma Cesare Battisti da H – riservata ad attrezzature pubbliche di interesse comunale – a zona G – attrezzatture di interesse collettivo.

La variazione urbanistica venne motivata dall’amministrazione del tempo dalla necessità di valorizzare la struttura, agevolando in questo modo anche possibili percorsi di sdemanializzazione.

Il Tar ha rilevato nella propria decisione alcune mancanze di carattere tecnico come i calcoli degli standard urbanistici, le tavole di dettaglio, oltre alla Valutazione di impatto ambientale. Omissioni che i giudici amministrativi hanno valutato essenziali per il perfezionamento della variante urbanistica.

L’esito del giudizio amministrativo ha registrato, naturalmente, la piena soddisfazione dei ricorrenti che nella variante ci leggevano un possibile pericolo di insediamenti commerciali a ridosso del centro storico.

Ma cosa cambia la sentenza del Tar?

All’interno della caserma insiste un’ area nota come le “Casermette” già di proprietà del Comune. In funzione della variata zona urbanistica da H a G era stata avanzata dal Movimento per Nola, l’ipotesi di una possibile sede universitaria. La Parthenope, però, è stata irremovibile rispetto alla sua originaria opzione in via Madonna delle Grazie, nonostante le tante riserve che molti hanno avanzato sul sito in questione.

 L’ateneo ha tal proposito ha ottenuto dall’ufficio tecnico del comune, dopo un primo diniego del permesso a costruire, un permesso a costruire in deroga rispetto al quale è stato proposto ricorso al Tar proprio dal Movimento per Nola.

Nel frattempo, la stessa università che aveva rifiutato l’ area delle Casermette come propria sede, l’ ha ritenuta idonea invece per realizzare un centro di ricerca per il quale ha ottenuto un importante finanziamento. Ora, con il ritorno alla classificazione in H, la struttura appare difficile da realizzare perché in zona urbanistica non congrua.

La soluzione per uscire da questo vicolo cieco sembra essere l’ avvio della procedura per una nuova variazione urbanistica che per essere completata prenderà diversi mesi. Vedremo gli sviluppi della vicenda nei prossimi giorni.

Il tema di fondo, però, è quello di un riordino urbanistico generale con l’approvazione del Puc. Ormai la gestione del territorio è affidata ad uno strumento urbanistico inadeguato, il vecchio Piano regolatore risalente al lontano 1995.

In questi anni, infatti, la città si è estesa e stratificata: sono intervenuti tre condoni, sono aumentate le esigenze legate a spazi verdi e ai luoghi per servizi alla comunità.

La mancanza del Puc è stata compensata per lo più con provvedimenti urbanistici in deroga, accedendo alle opportunità residuali del Piano Regolatore, oppure ricorrendo alle “opportunità” del Piano Casa, con gli abbattimenti e le ricostruzioni.

Ora, però, è giunto il momento di un “cambio di passo” strutturale per addivenire ad una pianificazione del territorio più sistematica e adeguata alle necessità.

Il Puc potrebbe rappresentare inoltre l’occasione per aprire, sulla scorta anche di qualche esempio virtuoso di comuni viciniori, una fase di ascolto e di confronto con le varie realtà del territorio, per indicare dal “basso” quelle che sono le reali esigenze. 

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