Nola, tutto pronto per l’apertura del parco preistorico in località Croce del Papa

Nola – Tutto pronto per l’apertura del parco preistorico di via Polveriera, in località “Croce del Papa”. La ricostruzione in miniatura di quello che doveva essere il “Villaggio preistorico” è di fatto completata. A mancare sono solo interventi di piccola valenza e di rifinitura. La Soprintendenza che ha curato il programma dei lavori non ha reso ancora nota la data dell’apertura ma ormai sembra essere davvero questione di tempo.

L’opera nasce con una finalità didattica, così come ha precisato lo stesso funzionario della Soprintendenza, Mario Cesarano. La ricostruzione della capanne, i panelli e gli altri percorsi presenti nel Parco, consentiranno ai visitatori di poter comprendere al meglio la vita che si svolgeva in un villaggio dell’età del bronzo.

La struttura che a breve sarà inaugurata, in tal senso, costituirà una vera e propria attrazione ed avrà come utenza non solo le scuole ma anche quella fascia di turisti fortemente affascinata dall’archeologia. Non a caso saranno previsti, così come si annunciano, laboratori di vario genere come quelli di archeologia sperimentale.

La vicenda del Villaggio preistorico è lunga e complessa. Per anni si è coltivato il sogno di poter sistemare le capanne originali, emerse nel corso di uno scavo per la realizzazione di un esercizio commerciale. Il sito infatti rappresenta una delle testimonianze più eclatanti dell’età del bronzo. Ad essere stati ritrovati sono stati preziosi monili, carcasse degli animali , e perfino le impronte degli abitanti di quella comunità che confusamente cercarono di trovare riparo dai lapilli dell’eruzione del Vesuvio di circa 4000 anni fa, nota come quella delle “pomici di Avellino”.

Non si sa se quegli uomini trovarono o meno la salvezza: quello che resta è la testimonianza della loro esistenza impressa negli oggetti e nelle stesse capanne del Villaggio. Purtroppo ciò che non è riuscito a fare il materiale piroclastico del vulcano ha fatto invece una falda acquifera che negli ultimi anni ha aggredito pericolosamente il sito. Tutti i tentativi,compresa l’istallazione di pompe idrovore, non sono riusciti a contenere l’innalzamento del livello dell’acqua.

Gli studi condotti sul sito hanno sempre avanzato ipotesi di lavoro estremamente costose. Ed è proprio per conservare quanto rimaneva dei calchi in negativo delle capanne (tre) che la Soprintendenza ha deciso di procedere, alcuni mesi fa, all’interramento conservativo  del “villaggio originale” , così da dare vita, in superficie, ad un Parco preistorico. E’ molto verosimile che l’intera area conservi a pochi metri di profondità tante altre capanne, quelle che per l’appunto formavano l’intero Villaggio di circa 4000 anni fa.

La mancanza di risorse per procedere allo scavo, l’enormi difficoltà costituite dalla falda acquifera e dalla carenza di fondi per mettere in campo un serio piano di gestione e di valorizzazione del sito hanno consigliato, per il momento, di abbandonare il progetto di riportare alla luce il villaggio. Del resto l’intera area è stata vincolata: per ora, la storia si conserva meglio laddove fino ad oggi è rimasta sepolta.

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