Nola, Villaggio del bronzo: allestito il cantiere per l’interramento

Nola – Il villaggio preistorico sito in via Croce del Papa sarà interrato. Una soluzione annunciata da tempo dalla Sovrintendenza per preservare le straordinarie testimonianze dell’età del bronzo presenti che da tempo sono aggredite dall’acqua della falda risalita in superficie. Dalle parole ai fatti. Presso il sito, infatti, è stato già allestito il cantiere che presuppone un inizio imminente dei lavori. Un intervento conservativo in attesa delle concrete possibilità tecniche ed economiche per mettere in campo un progetto di contenimento della falda in questione. Ma la Sovrintendenza non poteva più aspettare.

Più volte lo stesso referente per l’area nolana, il funzionario Giuseppe Vecchio, ha ribadito il dovere istituzionale nel conservare il reperto che da troppo tempo è sommerso dall’acqua. Attendere oltre significherebbe perdere i resti delle tre capanne che altro non sono che calchi in negativo di fango, risalenti a 4000 anni fa. Un’ istantanea dell’eruzione del Vesuvio conosciuta come delle “Pomici di Avellino”.Intanto, la Soprintendenza proverà a rianimare il sito, realizzando al di sopra della sigillatura un parco archeologico a tema che ricostruisca l’ambientazione dell’età del bronzo e la quotidianità della vita del Villaggio.

 L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Geremia Biancardi  ha sempre sollecitato Regione e Sovrintendenza a lavorare affinché si individuasse la soluzione tecnica che potesse risolvere l’annoso problema dell’innalzamento della falda. Il comune, infatti, non è competente in materia e dunque il ruolo giocato dall’amministrazione è stato quello di promuovere tavoli di confronto anche sulla spinta delle associazioni del territorio.

Il dato è che ormai l’interramento è inevitabile. Di par suo, la Regione Campania, segnatamente l’assessorato ai lavori pubblici, sta lavorando ad un progetto che potrebbe essere anche utilizzato anche come modello per tutti quei reperti afflitti dalla presenza dell’acqua nei siti ove insistono.

 

Dagli studi effettuati è stato rilevato un piano di tufo che costituisce un tappo impermeabile alla falda acquifera. Proprio qui si possono costruire paratie impermeabili capaci di risolvere il problema del passaggio dell’acqua, isolando la parte interessata dalle capanne.

 

Dopo i primi sondaggi in loco, il programma di intervento della regione non è andato avanti. E’ verosimile che le note difficoltà economiche ne stiano rallentando lo sviluppo. Certamente le varie problematiche che attanagliano il sito, un unicum dalla rilevanza mondiale, stanno privando il territorio di un’ importante occasione di sviluppo. E  non mancano proprio per questo delle iniziative anche provocatorie per sensibilizzare le autorità preposte ad avere maggiore attenzione rispetto alla questione. Tra questi vi è quella di Luigi Fusco, cultore del patrimonio storico della città, che ha scritto a Regione, Sovrintendenza, e Comune.

 

“Nella città millenaria ci è stato donato tutto, tra arte e storia; non siamo capaci di gestire niente. Da qui l’assoluta convinzione di un invito al Governo, alla Sovraintendenza dei Beni Culturali della Regione Campania ed al Governo del Comune di Nola, di far gestire in “comodato d’uso” i beni archeologici alla Regione Friuli Venezia Giulia, che ha la competenza e l’attenzione per tutelare la propria terra e la sua eterna storia.Invito le autorità sopracitate in occasione dei lavori di seppellimento del villaggio dell’età del bronzo, a convocare un Consiglio straordinario per tale inadempienza e trascuratezza verso il patrimonio storico-archeologico”. Una testimonianza per il rammarico per una situazione che ormai è insoluta da tempo. 

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