Ortolano 2013: il ritorno di Ciccio Franzese

Nola – Il ritorno di Ciccio Franzese. Se fosse un film, potrebbe essere titolato così. Era il 1986 e la colonna sonora era O libro d’o core. Ieri mattina, Ciccio Franzese, decano della Festa dei Gigli ha vissuto la stessa emozione, quella del giorno della questua. Con la stessa corporazione, l’Ortolano. Del resto non poteva essere diversamente, visto che Ciccio ha speso una vita scandendo i propri ritmi con i tempi della campagna e delle stagioni.

Lo staff scelto con cura e meticolosità dallo stesso  Ciccio, vede come presidenti onorari Angelo Salvatore La Marca e Giuditta Del Vecchio. Il costruttore è Saverio Guida, mentre il progettista è Giuseppe Franzese. L’impianto audio è curato da Franco Curcio, menre i parolieri, sono lo stesso Ciccio Franzese, Antonio Trinchese, Luigi D’Avanzo, e Ascanio Castaldo. I cantanti sono Angelo De Stefano e Antonio Imperioso, mentre la divisione musicale è quella della Greco’s band. Il firmatario è invece Angelo Bove. A trasportare il Giglio saranno le spalle della paranza Pollicino. Durante il corteo, il comitato si è fermato presso la lapide dedicata al maestro Felice Natalizio ed la paroliere Mario Patanella, in corso Tommaso Vitale. Il cantante Angelo De Stefano ha eseguito senza microfono, accompagnato dalla Greco’s band, ‘O libro do core, musicata dallo stesso maestro Felice Natalizio.

Quella dell’Ortolano è una Festa all’insegna della tradizione e dello spirito paoliniano. Così come nel 1986, tante le iniziative messe in campo. All’epoca Ciccio Franzese si spese tanto, riuscendoci, per riportare a Nola alcune reliquie di San Massimo, uno dei primi Vescovi della città. Quest’anno, invece, ha donato alla Chiesa nolana, la risistemazione delle porte della Cattedrale. Un modo per testimoniare  la gioia della Festa, lasciando una traccia significativa e duratura nel tempo. La questua dell’Ortolano, come da tradizione, prosegue per i prossimi otto giorno tra le padule, le masserie della città. Accompagnati dalla banda, il vessillo dell’Ortolano farà tappa alle così dette campagne, dove tanti devoti che abitano lontano dal centro attendono il passaggio della Festa, offrendo ai questuanti l’obolo che donano alla tradizione, ma anche succulenti piatti della migliore gastronomia locale. 

 

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