Smettere di fumare: un vaccino spegne la dipendenza

Sembra prendere forma uno dei sogni di chi cerca invano di smettere di fumare: uno studio pubblicato sull’American Journal of Psychiatry presenta un vaccino sperimentale 
che agisce sui recettori contrastando l’arrivo della nicotina al cervello e contribuendo a ridurre il piacere provocato dalle sigarette e la conseguente dipendenza.

Il vaccino anti-nicotina è stato sviluppato dall’americana Nabi Biopharmaceuticals e testato su undici persone dall’equipe della psichiatra Irina Esterlis presso la Yale School of Medicine di New York, negli Stati Uniti.

I soggetti dell’esperimento fumavano in media 19 sigarette al giorno da 10 anni e sono stati sottoposti a quattro iniezioni del vaccino e a tomografia computerizzata a emissione di singoli fotoni prima e dopo il trattamento. La vaccinazione ha portato a una riduzione del 12,5% del legame della nicotina ai nAChR (i recettori della sostanza) associata a una diminuzione del 23,6% nella quantità di nicotina disponibile ad entrare nel cervello. I partecipanti, inoltre, dall’inizio dello studio al suo completamento, hanno ridotto il numero di sigarette del 40% e riportato un calo significativo del desiderio di fumare. 

Perplessità da parte degli studiosi italiani sulla soluzione al problema del tabagismo quella di Roberto Boffi, pneumologo e direttore del Centro Antifumo dell’Istituto nazionale dei Tumori: «Prima di tutto, del prodotto vanno verificati i livelli di efficacia e l’innocuità. E, poi, qui non siamo in presenza di un virus, di un’infezione da debellare. Si tratta dell’assumere o no una sostanza, e nella droga-fumo sono coinvolti anche aspetti cognitivi, psicologici della persona, come paure e insicurezze. Da queste non ci si può immunizzare. Esistono già aiuti di provata efficacia, psicologici e farmacologici, ma il farmaco più potente resta la volontà».

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