Biostopper e l’idea dell’isolamento biologico per contenere il contagio da Covid

“Biostopper” È il nome dato dall’ingegner Mario Palazzetti alla sua nuova invenzione: un dispositivo in grado di creare un isolamento biologico tra le persone. L’idea è partita da un concetto semplice: trovare un oggetto da mettere in mezzo al tavolo tra due commensali in modo da creare una barriera biologica. Ottima soluzione per luoghi come i ristoranti, per ridurre il rischio di eventuali contagi.

Mario Palazzetti

Mario Palazzetti ha lavorato come ingegnere progettista del centro ricerche FIAT ed ha una lunga esperienza nell’industria automobilistica. Fu proprio lui che progettò l’Abs cinquant’anni fa, il noto sistema anti bloccaggio ora installato su ogni autovettura e che ha contribuito alla riduzione di incidenti fatali in auto. Anche se ora è in pensione, può vantare altre invenzioni come il TOTEM (Total Energy Module), un cogeneratore di calore ed energia, capace di produrre elettricità per un palazzo intero e di produrre calore per il riscaldamento. L’ultima delle sue invenzioni è invece un dispositivo capace di creare un isolamento biologico e che si spera possa aiutare a ridurre la diffusione di Covid-19.

È stato battezzato da lui “Biostopper”, anche se il nome sarà poi deciso da chi ne farà lo sviluppo industriale. Un pratico esempio può essere quello di considerare due commensali seduti al ristorante: il nuovo dispositivo vuole creare un isolamento biologico tra i due, che può essere paragonato ad una distanza maggiorata tra loro. In tal modo si potrebbero allontanare rischi di eventuali contagi.

L’invenzione dell’ingegner Palazzetti già nel giugno 2020era in fase di test presso i laboratori del Politecnico di Torino.  La forza di questa idea risiede proprio nella sua possibile applicazione non solo nei ristoranti, ma anche in altri luoghi come gli ambienti di lavoro, oltre ad essere una soluzione economica e versatile, spiega il rettore del Politecnico di Torino, Giudo Saracco. L’idea è molto semplice e non ha l’ambizione di uccidere il virus, spiegano gli esperti, ma di confinare le particelle emesse quando parliamo nelle vicinanze di chi le emette, creando dei vortici. Infatti, non tutte le particelle che emettiamo cadono rapidamente e se riusciamo a non intaccare il nostro interlocutore, allora potremmo rallentare la diffusione del virus.

di Ludovica Beatrice Chiango

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *