Berlusconi esclude ogni tipo di ultimatum
Indottrinato in più di un colloquio di questi giorni con Marco Pannella, Silvio Berlusconi arriva all’improvvisato gazebo dei radicali a piazza di Torre Argentina per sottoscrivere i sei referendum sulla giustizia. E, dal momento che ha la penna in mano, mette la propria rotonda firma anche sui moduli degli altri sei sui diritti civili, che chiedono, tra l’altro, l’abrogazione di alcune leggi, come la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi, partorite dagli stessi governi del Cavaliere. Agli occhi raggianti di un variopinto, nell’abbigliamento, Pannella, è l’incontro con una sorta di figliol prodigo, che avviene giusto a metà strada tra palazzo Grazioli e la storica sede dei radicali di via di Torre Argentina. Ma prima di diffondersi sui temi della giustizia, tra cui troverà modo per l’ennesima stoccata a quella parte della magistratura che da vent’anni lo insegue «spinta da un pregiudizio politico», Berlusconi intende correggere, o correggersi, rispetto ai giornali del mattino che nei loro titoli gli hanno messo in bocca un aut aut tra la sua decadenza da senatore e la vita del governo.
«Non ho pronunciato nessun ultimatum – dice il Cavaliere – voglio ricordare che questo governo è stato voluto fortissimamente da me, ha fatto cose egregie come per il rilancio dell’edilizia, e sono convinto che l’Italia abbia bisogno che il governo continui a governare». Vestiti i panni della colomba per la prima scena dell’improvvisata conferenza stampa in piazza, il Cavaliere riposiziona le artiglierie sulla questione che più sembra premergli in questi giorni: la sua permanenza in Parlamento. E dice: «E’ una cosa che rientra addirittura nell’assurdità che una forza democratica come vuole essere il Pd, pretenda che un’altra forza democratica alleata possa restare a collaborare al tavolo del governo se gli si sottrae il fondatore e leader». «Ti immagini – domanda Berlusconi a un sogghignante Pannella – cosa sarebbe successo se i comunisti avessero sottratto De Gasperi alla Dc o se, viceversa, la Dc avesse sottratto loro Togliatti? E loro non erano neppure fondatori dei rispettivi partiti, come lo sono io del mio!».