martedì, Luglio 8, 2025
Ambiente e salute

Cervello si addormenta a tappe, per questo dimentichiamo

Il nostro cervello non si addormenta tutto in un colpo solo, ma a tappe: e questo spiegherebbe perché ci dimentichiamo delle ultime cose che facciamo, leggiamo o diciamo poco prima di addormentarci. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Ospedale Niguarda e dell’ Ospedale Sacco di Milano, con uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Neuroimage.

Questa scoperta, a cui hanno collaborato anche i Dipartimenti di Psicologia dell’Università dell’Aquila e di Roma, spiegherebbe anche il sonnambulismo e alcuni tipi di insonnia.

Lo studio ha registrato le deboli correnti di alcune porzioni del cervello, in particolare dell’ippocampo, “una struttura cruciale per la conservazione delle memorie nel nostro cervello, dimostrando che questo entra in uno stato di sonno prima della corteccia cerebrale, la quale presiede le funzioni cognitive, sensoriali, motorie e di linguaggio”. In parole povere, la parte del cervello che si occupa della memoria si addormenta prima di quella del linguaggio, e questo spiega le ‘amnesie’ di quello che diciamo o leggiamo prima di addormentarci.

In alcuni casi, proseguono i ricercatori, l’ippocampo presenta questo addormentamento precoce fino a 23 minuti prima della corteccia, con un intervallo medio di scarto pari a 11 minuti. “Alcuni anni fa – spiega Lino Nobili, specialista del Centro di Medicina del Sonno di Niguarda e coordinatore della ricerca – abbiamo iniziato lo studio dell’addormentamento nelle diverse strutture cerebrali”: l’idea di base era che le diverse aree cerebrali non si addormentassero e svegliassero tutte allo stesso tempo. “Il mantenimento di uno stato di attivazione, tipico di un individuo sveglio, in determinate aree cerebrali durante la fase iniziale del sonno avrebbe spiegato tutta una serie di fenomeni come ad esempio gli stati sensoriali illusori, come una visione o una percezione uditiva o tattile, che alcune persone riferiscono prima di addormentarsi”.

Lo spegnimento anticipato della ‘centralina della memoria’ potrebbe, inoltre, “spiegare l’amnesia degli ultimi contenuti appresi prima di addormentarsi. Ecco perché spesso capita di dover rileggere l’ultima pagina del libro già letta, ma che non ci si ricorda dalla sera prima”. L’avanzamento delle conoscenze in questo campo, conclude Nobili, “potrebbe contribuire a comprendere i meccanismi biologici alla base di diversi disturbi del sonno, come per esempio il sonnambulismo”. 

 

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