Il Pdl annuncia la crisi di Governo
Caos nella Giunta per le immunità in Senato. Una riunione tesa. Nella quale, raccontano i partecipanti, «si è anche urlato».
L’iter della decadenza di Berlusconi comincia in maniera scoppiettante. Non c’è intesa neppure sui tempi della decisione e del voto sul Cavaliere. Ieri l’ufficio di presidenza doveva fissare il calendario dei lavori. Il Pdl ha chiesto tempi lunghi, nella convinzione che dilatando i ritmi una soluzione politica per la decadenza di Berlusconi possa maturare. Il Pd, per non dire dei grillini, spinge invece sull’acceleratore della decadenza e contesta le manovre dilatorie degli avversari sulla questione Silvio che sono però alleati nel governo di larghe intese. Il poco che, in questo trambusto, si è riusciti a raggiungere è l’accordino che prevede intanto che la Giunta si riunisca per due volte: lunedì e martedì. Il presidente Dario Stefàno, di Sel, ha dunque convocato la Giunta lunedì prossimo ma non alle nove del mattino (o perfino all’alba come sarebbe piaciuto ai pentastellati) ma alle tre del pomeriggio. Stefàno ha anche detto «non siamo il quarto grado di giudizio» e ha delineato il programma dei lavori: prima il relatore, che è Augello del Pdl, illustrerà ai componenti della commissione il suo testo che si prevede essere corposo; poi chiunque vuole interverrà; e soltanto in seguito si deciderà il calendario. Su cui è guerra aperta.
LA RIUNIONE
Per decidere il piano di battaglia, i senatori del Pdl ieri – non alla presenza di Alfano – si sono riuniti. Una vera e propria war room. «Mancavano soltanto i sacchi di sabbia dietro cui nascondersi per rintuzzare i colpi anti-Silvio e sparare i nostri», racconta uno dei presenti. Ma al di là delle immagini, contano le parole. E quelle del capogruppo Renato Schifani sono così: «Non siamo pronti a nessuna crisi di governo. Naturalmente tutto dipende dal comportamento del Pd. La nostra posizione è chiara». Ossia: se il Pd fa decadere Berlusconi, il Pdl fa cadere il governo ma l’hanno voluto i democrat questo sfascio e non i difensori del Cavaliere martire. «Il partito è unito – incalza Schifani – ed è pronto a qualsiasi battaglia». Altero Matteoli è ancora più esplicito: «Se il Pd fa decadere Berlusconi non possiamo più stare al governo insieme a loro». «Basta con le minacce» è la risposta di Dario Franceschini. E il partito è tutto sulla linea: il problema è di Berlusconi e del Pdl, noi andiamo avanti secondo la legge. Siamo al gioco del cerino: e chi ne sarà bruciato tra democrat e berluscones che si appellano vicendevolmente al senso di responsabilità altrui? Vista la situazione, è evidente che lunedì il primo corpo a corpo in Giunta tra decadentisti e anti-decadentisti si preannuncia caldo e anche una colomba come il ministro Lupi fa notare: «Il passaggio di lunedì sarà cruciale». In ballo c’è la sopravvivenza del governo, e ieri il premier Letta ha cercato di smorzare gli animi e ha invitato a guardare l’insieme del quadro, compreso quello riguardante l’economia.
IL SEGNO PIU’
Letta, davanti alle minacce di crisi, cerca di dissuadere i contendenti facendo notare che «a fine anno l’economia avrà il segno più» e insomma sbaraccare il governo in questa fase di ripresina sarebbe un grave errore. «Andare avanti si può», dice il premier rivolto al Pdl: «Gli italiani aspettano risposte. E queste risposte possono arrivare. Le raggiungeremo». L’arma dell’ottimismo sfodera il premier. In mezzo ai cannoni.