mercoledì, Maggio 14, 2025
Politica

Le feste popolari come occasione di sviluppo del territorio

Nola – Le feste popolari come volano di sviluppo. Anche economico. Non è una chimera, né la terra promessa, ma una concreta opportunità per il territorio. Una sfida da cogliere, un obiettivo da perseguire con convinzione e programmazione. Sono queste le conclusioni dello specifico convegno sul tema, svoltosi l’altro giorno, presso la villa comunale, promosso dalla rete delle associazioni, coordinate da Salvatore Velardi, rappresentante locale della Cgil. Un cartellone unico delle manifestazioni presenti sul tutto il territorio, da inserire in importanti circuiti turistici nazionali ed internazionali. Questo un primo obiettivo da perseguire, superando gli sterili localismi per entrare in un’ ottica di sistema. Il punto di forza, dunque, dovrà essere la promozione, così come affermato dal sindaco Geremia Biancardi e ribadito da Donato Alloca, per anni alla guida della Fondazione Carnevale di Saviano. Una promozione integrata che riesca magari a distrarre una parte del flusso dei visitatori diretti a Pompei piuttosto che alla costiera amalfitana. L’assunto di partenza, è stato evidenziato, è che l’agro nolano ha una vasta offerta di beni culturali da offrire, così come luoghi di interesse storico – artistico – paesaggistico. Una ricchezza ancora troppo poco conosciuta. Accanto a tutto questo abbiamo le feste popolari. Tra queste, la festa dei Gigli di Nola, i carnevali di Saviano e Palma Campania, fino ad arrivare alle manifestazioni più recenti, come il palio dei quartieri di Cicciano. Un patrimonio immateriale di straordinaria vivacità e valenza culturale troppe volte sottostimato, soprattutto per la poca organizzazione. A tal proposito, lo stesso Donato Allocca, ha evidenziato come alcuni fa, giunse a Saviano la richiesta di realizzazione di carri allegorici per un Carnevale di un’ altra città. Per vari motivi, non ci fu la possibilità di cogliere questa opportunità. Una circostanza che testimonia in maniera plastica proprio la mancanza di organizzazione, per rendere imprenditoriale il genio del territorio. Il discorso è scivolato inevitabilmente sul tema delle botteghe d’arte per la realizzazione dei Gigli di Nola, che in questo momento stanno vivendo una fase critica, viste le vicende di chiusura che le hanno riguardato. A tal proposito il dibattito si è diviso tra quanti evidenziavano la necessità che queste realtà siano sostenute anche dagli enti pubblici e chi, invece, sostiene che in primo luogo queste attività devono, in primo luogo, operare in linea con le norme vigenti. Terreno di scontro è stato anche il museo della cartapesta di cui per ora è visibile solo uno scheletro in piazza D’Armi a Nola. Anche qui, una nuova spaccatura tra quanti affermano che i fondi siano arrivati e non spesi e chi invece sostiene che i fondi per proseguire non vi siano giunti affatto. Ma al di là delle distanze dialettiche e politiche, resta un dato. I beni culturali e le realtà di folclore rappresentano la vera miniera del territorio nolano, il carburante che può alimentarne il motore economico, a differenza di tante realtà presenti,pseudo – industriali, calate dall’alto, se non addirittura imposte, senza che vi sia stata alcuna ricaduta occupazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *