Piazza a Piazzolla: dopo trent’ anni un’ opera ancora incompiuta
Nola – Nonostante sia stata inaugurata solo alcuni anni fa, dopo oltre un trentennio di lavori, la piazza di Piazzolla, che alcuni mesi fa è stata intitolata a Gaetano Tuccillo, soldato caduto in Afganistan, si presenta ancora come un cantiere. Dopo anni di varianti, progetti, e tanto denaro pubblico speso, la sensazione del visitatore è quella di essere ancora di fronte ad un’opera incompiuta. A saltare all’occhio, in primo luogo, è la desolazione che caratterizza la piazza che per definizione dovrebbe essere l’elemento di eccellenza di aggregazione. Del resto, l’ obiettivo del progetto, partorito oltre un trentennio fa, era quello in primo luogo di realizzare uno spazio dove si potesse rispecchiare l’identità di una comunità, come quella piazzollese, che si estende per uno spazio geografico molto vasto, ma al tempo stesso dispersivo, visto che lo stesso è frammentato in tante masserie, per lo più scollegate fra loro. E’ bene ad opera compiuta, si fa per dire, si può certamente affermare che l’obiettivo è totalmente fallito, visto che la piazza non è assolutamente vissuta dalla cittadinanza. Al massimo si presta a luogo di ritrovo per le coppiette la sera. Certo il progetto è molto ambizioso e architettonicamente valido, con l’organizzazione dello spazio su più livelli, comprendendo tra le altre cose, anche la nuova chiesa parrocchiale che dovrebbe essere terminata nei prossimi mesi. Molto probabilmente,però, si tratta di un’ opera che poco si attaglia ad una realtà agricola che necessitava essenzialmente di un luogo di incontro, l’agorà di classica memoria, e non di una elaborazione sofisticata e soprattutto poco funzionale all’obiettivo che doveva perseguire. Dopo un trentennio, la più grande opera pubblica presente nel territorio comunale, appare come l’ esempio tipico di cattedrale nel deserto. Tombini saltati, scritte ovunque, pezzi di marmo cadenti. E’ questo lo scenario lunare a cui ci si trova di fronte. All’ingresso della piazza doveva essere attivata, tra le altre cose, una sorta di fontana con giochi d’acqua. La stessa si presenta al momento come una vasca abbandonata. La speranza è che con il completamento del complesso della nuova chiesa parrocchiale, francamente sovradimensionata rispetto alle reali esigenze della comunità, questo spazio amorfo possa finalmente trovare quella vitalità per cui era destinato. Ma anche in questo caso, le p erplessità sono poche. Insomma, dopo trent’ anni, i piazzollesi sono ancora alla ricerca della loro agognata piazza, visto che venendo dalla strada la stessa non è nemmeno visibile “oscurata” com’è da un muro che ne copre l’intera visuale. Forse per armonizzare gli spazi si potrebbe cominciare abbattendo questo elemento che appare a tutti davvero poco opportuno. Naturalmente, giunti a questo punto una riflessione appare legittima: se ci sono voluti trent’ anni per la piazza, quanti anni ancora ci vorranno per renderla realmente fruibile?. Ai posteri l’ardua sentenza.
il muro che copre la piazza
buche pericolose presenti nella piazza
Carmine Pizza “ E’ necessario potenziare la manutenzione ordinaria della piazza”
“ Si tratta di un progetto senza dubbio dalla grande valenza architettonica, ma che a conti fatti si è rivelato poco funzionale alla realtà di Piazzolla”. Così il consigliere comunale Carmine Pizza,presidente della commissione finanze del comune di Nola, si esprime sullo stato dell’arte della piazza a Piazzolla. “ Come si può facilmente verificare – continua Pizza – si tratta di uno spazio cheassolutamente non viene vissuto dai piazzollesi perché si integra male con il contesto urbano circostante. La nostra frazione, ed è questo un pensiero comune, avrebbe avuto bisogno semplicemente di uno spazio fruibile, alberato, con viali confortevoli, per avere quell’elemento di aggregazione e di identità collettiva, che purtroppo ancora oggi, dopo oltre un trentennio e circa un milione e mezzo di euro spesi, non ha”. Dunque, uno spazio poco vissuto, se non addirittura abbandonato a soggetti di ogni tipo, soprattutto nelle ore notturne. E’ su questo aspetto che Pizza rimarca la propria riflessione. “ Si tratta di uno spazio – prosegue Pizza – che ritrova un minimo di vitalità solo in occasione di eventi che vengono organizzati con grande impegno e passione dalle associazioni locali, altrimenti siamo di fronte ad un luogo desolato che soprattutto di sera diventa semplicemente luogo di ritrovo per le coppiette, nella migliore delle ipotesi”. Di fronte ad una situazione di questo tipo, con importanti risorse pubbliche investite, resta il profondo dilemma di cosa fare per il prossimo futuro. “ Certo indietro non si può tornare – conclude Pizza – ormai la piazza c’è e delle soluzioni migliorative vanno certamente trovate, almeno per tentare di correggere il tiro. In primo luogo, si potrebbe cominciare con l’abbattimento del muro che è proprio davanti alla piazza, in modo da ampliare la prospettiva dello spazio. In secondo luogo, è necessario un più attento programma di manutenzione ordinaria, visto che ormai questa piazza sta letteralmente cadendo a pezzi, ed in molti punti abbiamo diverse zone pericolose. Terzo punto, non meno importante, è necessario predisporre un piano di gestione che possa rendere la piazza più vivibile, fruibile, e ricettivo”.