La fotografa italo-canadese Sara Annunziata espone a Nola le sue opere
Dopo aver esposto a Montréal ( la sua città di adozione, dove si è laureata in Fotografia e Studi Cinematografici presso la Concordia University ) e dopo il riconoscimento ottenuto alla Make Art Gallery di Roma, Sara Annunziata è stata invitata a presentare i suoi lavori anche a Nola, la città dov’è cresciuta. L’ evento si è tenuto il 3/05/25 all’interno de “La tana del coniglio” nel centralissimo corso Vittorio Emanuele, con una calda accoglienza di giovani e non. Con un numero selezionato di tavole fotografiche, l’artista italo-canadese ha proposto una raccolta densa di significati e riflessioni, incentrata sui grandi interrogativi dell’esistenza contemporanea. Le sue opere, frutto della sperimentazione tra fotografia digitale e analogica, nonché di tecniche innovative di stampa, mostrano la capacità di fondere suggestioni antiche e impulsi moderni, con un linguaggio visivo consapevole e ricercato.
Un esempio emblematico è la fotografia “Connection” , una delle immagini che colpisce maggiormente lo spettatore. Stampata in grande formato, è realizzata attraverso una tecnica di sovrapposizione di immagini. Al centro della composizione, due mani si sfiorano, senza mai intrecciarsi del tutto: un gesto sospeso che diventa metafora visiva di relazioni fragili, tensioni irrisolte, equilibrio precario.
L’opera richiama, reinterpretandole in chiave moderna, due correnti fondamentali dell’arte del primo Novecento: il futurismo — con le sue linee dinamiche e il senso di movimento — e il cubismo, nella sua destrutturazione dello spazio e del tempo. Tuttavia, il riferimento non è mai imitativo: la fotografia si distacca dalla contemplazione dei “grandi” del passato per restituire un’immagine personale, attuale, che comunica inquietudine e sospensione.
I contrasti cromatici, vividi e dissonanti, rompono l’armonia compositiva e introducono una tensione drammatica: lo sguardo della macchina fotografica diventa lo strumento attraverso cui il passato e il presente si fondono, con le loro contraddizioni.
di Marco Credendino