domenica, Luglio 6, 2025
Gigli

Festa dei Gigli, a Napoli la mostra di Sabrina Iorio

Nola – E’ visitabile fino al prossimo 26 maggio, la  mostra fotografica sulla Festa dei Gigli  a cura di Sabrina Iorio e Luca Sorbo. La mostra, patrocinata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Nola, dalla Fondazione Festa dei Gigli e dalla Pro Loco di Nola, è stata allestita presso Slash Art – Music, di via Vincenzo Bellini ed è denominata “Un racconto impossibile: de-scrivere con la luce” la Festa dei Gigli. Si tratta di  un racconto fotografico della Festa dei Gigli dalla struttura multipla: più racconti che alla fine daranno conto, attraverso la mostra, dello stesso evento, così da restituire la molteplicità e la complessità della millenaria tradizione dei Gigli di Nola. 

I ventuno scatti della fotografa di origini nolane, Sabrina Iorio, che raccontano la Festa dei Gigli, al fine di rendere partecipi, coinvolgere, far conoscere la storia di fede in onore di San Paolino, hanno dato il via ad un’incredibile mostra tutta dedicata alla tradizione folkloristica della “Festa dei Gigli” nei suoi variegati aspetti, con immagini uniche e sorprendenti, che restituiscono al pubblico la vera essenza della FestaLe fotografie esposte sono state scelte, tra le tante che nel corso degli anni Sabrina Iorio ha scattato, con il criterio di dare una minima idea del più atteso evento nolano a coloro che non ne hanno mai sentito parlare e non ne hanno mai visto immagini, una presentazione di una manifestazione verso cui si vuole destare curiosità e della quale si propone una conoscenza più ravvicinata e coinvolgente, trasmettendo attraverso le immagini la dimensione quasi corporea e multisensoriale che ha la Festa, coinvolgendo naturalmente la vista ma anche gli altri sensi, se solo si pensa al calore e al sudore, alla fatica e alla musica legate a questo evento e soprattutto rendendo attraverso le immagini il racconto di una Festa che si svolge contemporaneamente in più luoghi, prestandosi in ogni momento a una visione pluriprospettica. 

 

 

 

 

Descrizione eorigini della Festa – Inserita nella ambita lista del Patrimonio intangibile dell’umanità dell’UNESCO nel 2013 fra le “Macchine a Spalla”, a Nola la Festa dei Gigli è un cerimoniale che rievoca ogni anno, la domenica dopo il 22 giugno, il leggendario ritorno a Nola del Vescovo Paolino, originario di Bordeaux, dalla prigionia in terra straniera e consiste in una processione di otto obelischi, i gigli, di struttura lignea e con rivestimenti raffiguranti temi religiosi o di attualità in cartapesta o altri materiali. 

La denominazione di gigli deriva dal fatto che, secondo il la leggenda, nel 431 i nolani accolsero il loro vescovo con omaggi floreali, i gigli appunto, raggruppati in corporazioni di arti e mestieri. Da allora Nola ha omaggiato il suo Santo, modificando nel tempo gli oggetti portati in processione, inizialmente si trattava di fiori, poi ceri addobbati posti su strutture rudimentali, poi su cataletti, divenuti infine torri piramidali in legno. Le attuali costruzioni, denominate appunto Gigli per questa loro origine, hanno assunto tra il Settecento e l’Ottocento la forma attuale, con un’altezza di 25 metri, una base cubica di circa tre metri per lato, per un peso totale che supera i trenta quintali. L’elemento portante dell’attuale struttura dell’obelisco è la”borda”, un’asse posta al centro su cui si articola poi l’intera struttura.
Tra gli otto obelischi, che prendono il nome dalle antiche corporazioni di arti e mestieri e durante la processione si susseguono secondo un ordine immutato nel tempo, figura a Nola (a differenza di quanto accade in altre feste simili in Campania) la Barca che ricorda il ritorno di San Paolino, via mare, in quanto all’epoca la diocesi di Nola arrivava fino a Torre Annunziata ed è quindi il simbolo religioso per eccellenza della Festa nolana.
I gigli e la barca vengono trasportati a spalla da una “paranza”, un gruppo di 120-128 uomini di età dai 13 ai 70 anni, che si dispongono secondo la loro altezza, tra le varre centrali fisse, grosse travi in legno che sostengono la struttura, e i varretielli laterali mobili. La paranza è guidata da un capoparanza che impone al gruppo di “collatori” (così detti dal latino cum lator “colui che porta insieme”) ordini rituali che corrispondono a precise note e brani musicali suonati dai musicisti posti sulla stessa macchina.
Il tradizionale percorso si snoda nel centro storico della città al ritmo di brani ogni anno originali e di reinterpretazioni di brani della tradizione musicale napoletana tradizionale o neomelodica, italiana e internazionale, arrangiati in modo tale da assecondare il trasporto del giglio. La mattina della Festa i Gigli e la Barca vengono portati dai luoghi dove sono stati festeggiati per tutta la settimana fino a piazza Duomo, dove c’è una prima esibizione delle paranze e dove al termine dell’entrata di tutti gli obelischi avviene la solenne benedizione delle macchine da parte del vescovo. Dopo la pausa pranzo, dal primo pomeriggio fino alla mattina del lunedì si svolge la vera e propria processione, unica nel suo genere, in cui i collatori affrontano prove di abilità e forza in punti nevralgici prestabiliti del percorso, come le “girate” di caparossa e delle carceri e il vicolo Piciocchi.

di Ilaria Cappuccio

 

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