Nola, dieci anni per il killer di zi Rosa
Nola – Dieci anni. E’ questa la pena inflitta ieri dal tribunale di Nola a Giuseppe Marzocchella, il giovane che alcuni mesi fa, nel corso di una tentata rapina, uccise Rosa Santaniello 89 enne di Nola. L’accusa per il 23enne, originario di Aversa, ma domiciliato nella città dei Gigli, è stata di omicidio preterintenzionale e di tentata rapina. La sentenza non è andata lontana dalla richiesta già formulata dal pubblico ministero, Arturo De Stefano. Difeso dall’avvocato Mariafranca Tripaldi gli è stata riconosciuta la riduzione della pena di un terzo per aver scelto il rito abbreviato.
Le indagini sono state svolte dai militari della compagnia di Nola, che accertarono che la donna era stata ‘accompagnata’ a casa sua (a scopo di rapina), mentre si trovava in una vicina lavanderia, da un giovane sconosciuto, poco dopo fuggito a piedi. Le immagini del ragazzo, riprese da alcune telecamere in strada, pur nitide, non consentirono in un primo momento la sua identificazione, che fu possibile solo dopo il recupero di altre immagini nel corso di un furto avvenuto, pochi giorni dopo l’aggressione all’anziana donna, il 22 marzo in un negozio di animali. Sin convenne che si trattava della stessa persona. Controlli incrociati portarono all’identificazione dell’abitazione ( a Nola) di Giuseppe Marzocchella, ritrovando anche i capi d’abbigliamento ritratti nel corso della rapina in danno alla pensionata. Inevitabile l’arresto. Secondo la versione venuta fuori in sede d’ indagine e confermata nel corso del processo, la donna fu avvicinata in via Ottaviano Augusto, da un giovane che si era finto operaio. Con un pretesto chiese alla signora Rosa di poter leggere il contatore. Nella fretta l’anziana, che in quel momento sostava nella vicina lavanderia di via Ottaviano Augusto, lasciò il proprio bastone sul pavimento dell’esercizio commerciale. Tempo pochi minuti e una vicina, insospettita, decise di recarsi a casa della donna per riportarglielo. E qui la scoperta. La donna era a terra in una pozza di sangue con l’appartamento sotto sopra.
Tanti o pochi che possano sembrare gli anni che dovrà scontare Giuseppe Marzocchella, già rinchiuso nel carcere di Poggioreale, almeno giustizia è stata fatta. Almeno quella terrena, quella dei codici e dei bilanciamenti tra le parti. Certo nessuno potrà restituire all’affetto della propria famiglia e del quartiere, la forza vitale di “zì Rosa” che conservava intatta, come un arbusto sempreverde, nonostante la soglia dei 90 anni. Il suo sorriso lascia un vuoto incolmabile nella città, soprattutto per quanti, anche semplici passanti, erano abituati ad incontrarla. Un sentimento di tristezza che la consapevolezza di aver assicurato il colpevole alla giustizia non basta a lenire.