Nola, il “permesso a costruire della discordia” che ha mandato a casa due amministrazioni
Nola – Il permesso a costruire della “discordia”. Un provvedimento che ha costituito uno dei motivi che hanno” mandato a casa” ben due amministrazioni. È il permesso a costruire in deroga per complesso residenziale a via Boccio.
Nel 2018 l’ ufficio ai lavori pubblici non lo concesse, finendo tra le criticità dell’ allora amministrazione Biancardi. A fine anno scorso è stato invece rilasciato dall’ attuale dirigente ai Lavori pubblici, Felice Spampanato, rivelandosi fatale per l’amministrazione Minieri. In pratica, la “classica goccia” che ha fatto traboccare il già lacerato vaso della coalizione.
Del resto, anche l’ex assessore all’Urbanistica, Nando Giampietro, a tal proposito aveva promosso, nelle settimane scorse, due iniziative per “vederci chiaro”.
IN MAGGIORANZA, SOLO L’EX ASSESSORE GIAMPIETRO HA PRESO LE DISTANZE
Nella nota del 27 dicembre indirizzata al Segretario comunale, la dottoressa Enza Fontana, aveva sottolineato come il permesso in questione avesse ottenuto un parere sfavorevole, motivato e circostanziato, da parte del Rup (responsabile unico del procedimento), l’architetto Giusy D’Ambrosio, prima di quello positivo, del secondo Rup, a cui era stata sottoposta la questione. Giampietro aveva invitato lo stesso Segretario comunale, ad approfondire la problematica e a procedere anche ad una sospensione in autotutela del provvedimento, qualora ne ricorressero le condizioni.
L’attenzione sul “permesso della discordia” è rimasta sempre alta anche con l’inizio del nuovo anno. Il 12 gennaio scorso, infatti, con una seconda nota indirizzata sempre al Segretario generale, Giampietro aveva messo “nero su bianco” ulteriori elementi di criticità, evidenziando come lo stesso permesso, già nel 2018, ottenne un diniego dall’allora dirigente ai lavori pubblici. https://www.nonsolonola.com/nola-permesso-a-costruire-in-via-boccio-lassessore-giampietro-scrive-al-segretario-comunale-se-necessario-sospendere-il-provvedimento-in-autotutela/
Attualmente su quel provvedimento pende un giudizio ancora in corso, dopo essere stato impugnato dal richiedente, con tanto di memoria difensiva da parte dell’ufficio legale del Comune. Nonostante tale circostanza era possibile rilasciare il permesso? Questo l’interrogativo rispetto al quale si attende ancora una risposta del segretario.
PIU’ NOLA STACCA LA SPINA ALL’AMMINISTRAZIONE VISTO IL PERDURARE DEL SILENZIO
Un silenzio su questa ed altre questioni, sempre legate al settore lavori pubblici, che ha spinto l’intero gruppo consiliare di “Più Nola” ad uscire da una maggioranza che ha sempre lavorato a “compartimenti stagno”, così come dichiarato in Consiglio comunale dal capogruppo, Vincenzo Iovino. Una coalizione che in soli due anni non ha fatto altro che perdere pezzi: nel tempo a lasciare sono stati anche i consiglieri Notaro, Barone, e Verani. Fondamentale, per non interrompere ancor prima l’esperienza amministrativa, è stato l’appoggio dei consiglieri Carrella e Scala che in dissenso con i colleghi dell’opposizione, di fatto si sono avvicinati alla stessa maggioranza.
LA RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI DELL’OPPOSIZIONE
Opposizione che proprio sul permesso a costruire di via Boccio ha sempre mantenuto la linea della fermezza, evidenziando la difformità del provvedimento rispetto al Piano regolatore. Linea ribadita con la richiesta di accesso agli atti. https://www.nonsolonola.com/nola-accesso-gli-atti-permesso-a-costruire-via-boccio-lufficio-prende-tempo-appellandosi-alla-privacy-opposizione-basiti-comportamento-illegittimo/
Nei giorni scorsi l’ufficio lavori pubblici ha consegnato i documenti relativi al permesso, ma gli ormai ex consiglieri di opposizione hanno giudicato incompleto l’incartamento messo a disposizione. “Abbiamo ricevuto atti parziali – recita una nota dei consiglieri (ormai ex) di opposizione. – Soprattutto non sono stati rilasciati i pareri legali citati nel permesso a costruire, negando ogni possibilità di esercitare la funzione di controllo e la legittimità”. Gli ormai ex consiglieri non escludono di ripresentare un nuovo accesso, stavolta in qualità di cittadini.