San Paolo Bel Sito: il villaggio preistorico torna a “vivere”
San Paolo Bel Sito – A San Paolo Bel Sito : una giornata nel Villaggio del Bronzo antico. Il parco Archeologico e Vulcanologico di San Paolo Bel Sito apre le sue porte grazie all’edizione del Maggio dei Monumenti promosso dal Comune di San Paolo Bel Sito e l’associazione Terramare 3000. L’ evento si svolto alcuni giorni fa e si è sviluppato attraverso mostre documentarie e visite guidate che hanno permesso letteralmente di “passeggiare” in un vero e proprio villaggio preistorico. Il sito, infatti, da la reale sensazione di cammina nella storia, di “toccare con mano” come in quell’epoca si viveva, grazie alla riproduzione di una capanna esattamente uguale a quella rinvenuta in calco dallo scavo di Nola, scoperta dagli studiosi Emilio e Nicola Castaldo. L’eruzione vulcanica è quella nota come le pomici di Avellino- Siamo all’incirca nel 2000 a.C. quando i lapilli ricoprirono tutto quanto gli capitasse a “tiro” e durante quel tragico evento. “Un evento che ha creato un calco che ci ha restituito a distanza di secoli dimensioni,, misure e addirittura i nodi di chiusura, travi portanti che hanno permesso a noi ricostruttori di realizzare un esemplare fedelissimo all’originale – ci spiega
Emilio Castaldo, durante la sua visita, – è proprio grazie al calco che siamo riusciti a capire il loro modo di costruire. Grazie ad esso sappiamo che tutte le misure sono a “misura d’uomo”: palmi e piedi”. Lo stesso Castaldo si sofferma sui metodi di costruzione. “Con procedimenti semplici – continua lo studioso – riuscivano a costruire capanne perfette resistenti a tutto, meno che al fuoco, ovviamente”. La visita continua attraverso gli ambienti della capanna e grazie alla semplice ed efficace illustrazione di Castaldo anche cose di difficile comprensione ai “non addetti ai lavori” diventano alla portata di tutti. .Il percorso prosegue attraverso i vari ambienti: quello di soggiorno e quello absidato adibito alla conservazione delle derrate alimentari. Il tutto è molto realistico, con luce “naturale”. Infatti, gli occhi dei visitatori ci mettono un po’ per abituarsi alla luce che doveva illuminare anche gli abitanti delle capanne di quattromila anni fa e si ha davvero la sensazione di essere catapultati nell’età del bronzo. Al di fuori della capanna, la riambientazione dell’età del bronzo prevede laboratori di ceramica, con ceramisti che mostrano le tecniche ai più curiosi, come quella a colombino e quelle relative alla colorazione. Ad intervenire all’evento anche il sindaco di San Paolo Bel Sito, Manolo Cafarelli che ha sottolineato l’importanza della valorizzazione dei beni culturali del territorio anche in chiave di sviluppo ed occupazione territoriale.
Durante la manifestazione drammatizzato “ Il giorno senza domani” di Angelo Amato De Serpis
Attraverso delle mostre documentarie il visitatore è accompagnato anche nella conoscenza di un altro villaggio preistorico, come quello di Poggiomarino. Tutto questo immersi nei noccioleti di San Paolo Belsito, tra le antiche mura perimetrali di una villa rustica di epoca romana. Un ambiente nel quale sono stati ricostruiti due scheletri dei corpi rinvenuti proprio a San Paolo Bel Sito. Al momento del ritrovamento, avvenuto alcuni anni fa, si presentavano abbracciati, quasi in una difesa estrema da quella tempesta di fuoco. Achem e Lucy, questi i
nomi dati loro da Angelo Amato de Serpis, autore de “Il giorno senza domani”; un racconto che con ritmo incalzante e in modo avvincente testimonia quegli attimi di terrore che hanno preceduto l’eruzione vulcanica che quattromila anni fa, “inghiottendo” senza alcuna pietà tutto quello che trovava lungo il suo percorso. Achem, Lucy, Malaht la sciamana e gli altri personaggi prendono vita in questa giornata ricca di suggestioni grazie ai ragazzi dell’ Accademia Nolana di Teatro diretta da Veronica Mazza. “Un progetto didattico sperimentale – spiega l’attrice di origine nolana- che vuole dare la possibilità ad alcuni ragazzi particolarmente meritevoli di studiare davvero il teatro, senza necessariamente allontanarsi da casa abbandonando tutte le cose a loro care; grazie alle borse di studio messe in palio dal Comune di Nola che hanno reso il progetto possibile”. E’ un teatro suggestivo. Scarno. Ricco solo di espressività, di tonalità, di vocalità; attraverso la voce e la gestualità danno vita ai protagonisti del racconto del De Serpis di cui ne ripropongono i dialoghi. Con crescente intensità suggestionano i presenti non solo per l’interpretazione ma anche e, soprattutto, perchè chi li guarda, sta indirettamente leggendo il racconto, ma direttamente ne percepisce la storia come una cosa possibile, una storia che è realmente accaduta a persone “come noi” che nel terrore tentano di capire cosa sta accadendo; si percepisce chiaramente il panico della morte imminente. Semplicemente in questa giornata la Storia Ri-vive, esce dai libri di storia, raggiunge tutti. Smette di essere un “calco” e prende vita.
di Maria Magistro