Abolite le provincie: nascono le città metropolitane

Dal 1° gennaio del 2015 l’assetto istituzionali degli Enti locali italiani non sarà più lo stesso. 
 
Con il via libera definitivo della Camera al disegno di legge “Disposizioni su Città metropolitane, Province e Unioni dei Comuni” solo Regioni e Comuni saranno ad elezione diretta e non si andrà al voto per le Province già dal 25 maggio. Di conseguenza,non saranno rinnovati 86 presidenti, 700 assessori, 2.700 consiglieri.
 
Scopo della misura, già ribattezzata ddl Del Rio, è quello di rendere i servizi locali più efficienti, l’assetto amministrativo più moderno e di ridurre i costi della politica. Quali sono le caratteristiche salienti del disegno di legge? – Innanzitutto, in attesa dell’abolizione in Costituzione, le Province avranno funzioni ridotte, divenendo enti di area vasta al servizio dei comuni guidate da sindaci e consiglieri comunali, a titolo gratuito.
 
Questo produrrà un risparmio iniziale di 101 milioni di euro e un risparmio minimo di 700-800 milioni. Alle province resteranno le competenze su edilizia scolastica, strade provinciali, ambiente e pari opportunità. – Da 1° gennaio 2015 nascono 9 città metropolitane, ossia Roma, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Torino e Venezia, a cui si aggiungerà successivamente Reggio Calabria. In esse risiederanno 20 milioni di cittadini e rappresenteranno il 35% del PIL. Della città metropolitana fanno parte tutti i comuni del territorio provinciale. La guida il sindaco del comune capoluogo, con il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana: sindaci e consiglieri eletti nei comuni, che si impegneranno a titolo gratuito. Le città metropolitane svolgeranno le funzioni fondamentali delle vecchie province. – Previste unioni e fusioni tra piccoli Comuni per fornire servizi migliori a costi più contenuti. Questa novità è legata al fatto che in Italia il 75% del Comuni ha una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.
 
Le unioni potranno esercitare tutte le funzioni fondamentali dei comuni, a cui si aggiungeranno quelle su anticorruzione, trasparenza e revisione dei conti. A invarianza di spesa rispetto a oggi nei comuni fino a 3.000 abitanti ci saranno 10 consiglieri e 2 assessori. In quelli fino a 10.000 12 consiglieri e 4 assessori. – Prevista infine una riduzione degli enti territoriali. Regioni, province e comuni debbono accelerare la soppressione di enti e agenzie non indispensabili creati per esercitare in loro vece funzioni fondamentali. Il piano va presentato entro 6 mesi dall’approvazione della legge.

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