Champions League, il Napoli in cerca dell’impresa contro il Real come nel 1987: un sogno, il riscatto e la spinta del San Paolo

Napoli – Il gran giorno è arrivato, riparte la Champions League e i sogni di gloria del Napoli di Maurizio Sarri. Nella sfida valida per il ritorno degli ottavi di finale della competizione, la squadra cara al presidente De Laurentiis attenderà sul prato dello Stadio San Paolo il Real Madrid di Zinedine Zidane, secondo in classifica in Liga e reduce dall’1-4 conquistato ai danni dell’Eibar dopo i due passi falsi in casa del Valencia e contro il Las Palmas. Non se la passa meglio il Napoli che, dopo il 3-1 incassato nella gara d’andata contro i blancos al Santiago Bernabeu, in campionato ha perso prima in casa, battuto da una sorprendente Atalanta, poi nella semifinale di andata di Coppa Italia disputata contro la Juventus ha trovato una sconfitta che ha lasciato dietro di sé non poche polemiche. La vittoria conquistata nell’ultima giornata di Serie A in casa della Roma ha restituito sorriso e fiducia alla truppa di Sarri, che con la mente si è proiettata subito alla sfida di ritorno contro il Real Madrid. Forse la più importante della carriera per molti dei giovani calciatori azzurri, certo un match Champions tra i più esaltanti e intriganti della storia recente di questa competizione. Di sicuro per quanto riguarda la storia del club azzurro.

Non è, però, la prima volta che il Napoli affronta le merengues in Champions League. Fatta eccezione per il match d’andata del 15 febbraio, infatti, il precedente del settembre 1987 rappresentò la prima volta in Coppa dei Campioni per la società azzurra proprio al Santiago Bernabeu. Era il Napoli di Maradona, Giordano e Careca, ma anche di Ferrara, Bruscolotti e Bagni quello che affrontò il Real Madrid di Butragueno, Michel, Buyo e del tecnico Beenhakker nella strana cornice di un Bernabeu vuoto, con l’Uefa che decise per la gara a porte chiuse dopo gli incidenti contro il Bayern dell’edizione precedente della competizione. Anche in quell’occasione furono i padroni di casa a vincere la partita di andata dei sedicesimi di Coppa Campioni 1987-88, un 2-0 che lasciò non pochi rimpianti alla squadra del tecnico Ottavio Bianchi. Era un Napoli privo degli infortunati Careca e Francini, con Carnevale indisponibile e molti esordienti in Champions, guidati dalla bandiera Bruscolotti e da un Maradona, ex Barcellona, intenzionato a scrivere la storia contro i rivali dalla camiseta blanca. Il Real Madrid passò in vantaggio con capitan Michel su calcio di rigore, fischiato dall’arbitro Igna per un fallo di Renica dopo 18 minuti, poi un’occasione sciupata dall’attaccante azzurro Giordano e il palo colpito di testa dallo stesso Renica ad inizio secondo tempo. Nella ripresa, infatti, fu il Napoli ad impensierire non poco i padroni di casa, ma con alterne fortune. A pochi minuti dal termine un tiro-cross di Tendillo, deviato da De Napoli, terminò la sua corsa alle spalle di Garella per il 2-0 finale.

Fu un match maschio, senza esclusioni di colpi, in campo come negli spogliatoi, stando al racconto di alcuni tra i protagonisti di quell’avvincente incontro. La gara di ritorno del San Paolo, gremito in ogni angolo dell’impianto di Fuorigrotta, vide il dominio assoluto del Napoli nel corso del primo tempo: lancio in area avversaria, sponda di Careca e conclusione vincente del difensore Francini a battere Buyo per il vantaggio azzurro e per la possibile rimonta. Un sogno che rimase tale. Butragueno allo scadere del primo tempo, infatti, si infilò tra le maglie della difesa azzurra e realizzò il gol del pareggio. Fu 1-1, dopo i tentativi di Careca e le parate del portiere ospite, risultato che sancì la definitiva eliminazione degli azzurri dalla Coppa dei Campioni. Quasi trent’anni dopo si ripete il confronto Champions tra il Napoli ed il Real Madrid. Una sfida nella sfida. Da affrontare senza paura, certo con rispetto, ma con la consapevolezza dei propri mezzi, con la spinta del San Paolo e con un pizzico di sfrontatezza che in certe occasioni serve per far proprio il risultato. Per cambiare la storia e riscriverne una tutta nuova. Per un riscatto atteso da trent’anni. Per un sogno, tutto azzurro.

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