Il governo valuta i provvedimenti per l’attuazione della spending review

Parte la caccia alle spese dei ministeri aperta dal premier Matteo Renzi nei giorni scorsi. Lunedì sera a Palazzo Chigi Renzi, il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan e il commissario alla spending review Carlo Cottarelli si sono infatti riuniti in un vertice strategico per la messa punta dei tagli alle spese ministeriali cercando soprattutto di individuare il «metodo» più adatto per arrivare a quel 3% di risparmi per ciascun dicastero annunciato dallo stesso Renzi. E Cottarelli ha messo sul tavolo del premier non le sue dimissioni ma una corposa lista di risparmi che poi dovranno essere individuati dai singoli dicasteri.

Risparmi che, e la riunione sembrerebbe confermarlo, non produrranno tagli lineari ma saranno frutto, comunque, di una valutazione politica collegiale che non metta ciascun ministro davanti a un muro. La data chiave, a questo punto, è quella di mercoledì prossimo quando Renzi vedrà tutti i ministri, valutando, assieme a loro, le proposte portate a Palazzo Chigi per i tagli di oggi.
Per ora si è partiti con un giro d’orizzonte sul metodo da seguire per i risparmi di spesa, si è appreso da fonti governative. E al termine del vertice – al quale hanno partecipato anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e il consigliere economico del premier Yoram Gutgeld – si è deciso di completare la messa a punto con i responsabili dei vari dicasteri proprio mercoledì. Dando così un tempo sufficiente ai ministri per valutare le sforbiciate meno dolorose. A testimonianza del fatto che, nelle intenzioni di Renzi, quello sulla Spending review resta uno sforzo collettivo da intraprendere con l’obiettivo finale di una cura da 20 miliardi.

Uno sforzo da valutare assieme tenendo ben presente le necessità di ciascun dicastero. Non a caso oggi il ministro della Sanità Beatrice Lorenzi, dalla Summer School di Magna Charta, ha ribadito come un riordino dei costi standard sia necessaria ma «senza procedere a nuovi tagli».

Da un maggiore «coordinamento» tra le forze dell’ordine, alla revisione di incentivi e trasferimenti da parte di diversi ministeri alle imprese che valgono fino a 4 miliardi, fino al preannunciato taglio delle partecipate pubbliche sono alcune delle muisure sul tavolo.

Nel vivo degli interventi si entrerà mercoledì, quando è stata fissata una tornata di incontri tra il premier, il suo staff e i responsabili dei vari dicasteri per individuare le principali voci che saranno oggetto di quella sforbiciata del 3% delle spese ministeriali annunciata da Renzi nei giorni scorsi.

Si tratta ovviamente di un’indicazione di grandezza e non di un taglio lineare, perché ogni ministero contribuirà indicando le poste su cui intervenire. La spending review dovrà infatti essere uno sforzo
collettivo. Mentre l’Italia si prepara a presentarsi di fronte ai partner europei all’Ecofin informale di giovedì e venerdì a Milano, dove si inizieranno a definire i mezzi per sbloccare gli investimenti usando meglio la flessibilità già esistente, nell’immediato il fuoco è puntato anche sui numeri del Pil che usciranno domani dall’Istat. Spetterà infatti ai tecnici dell’istituto di statistica annunciare la revisione del valore del Prodotto italiano 2011 alla luce dei nuovi criteri contabili stabiliti dal sistema europeo dei Conti nazionali.

A varcare la soglia di Palazzo Chigi lunedì sono stati prima Cottarelli – che rimarrà almeno fino al varo della Legge di Stabilità – e poi Padoan. Con il premier i due supertecnici economici hanno passato al setaccio la lista delle poste che potrebbero e dovrebbero essere tagliate per dare attuazione all’obiettivo di una sforbiciata da 20 miliardi alla spesa pubblica che Renzi si è prefissato per il 2015.

Sulla linea del governo che ha sempre detto di non voler procedere a tagli lineari, la geografia degli interventi ipotizzata già nei mesi scorsi da Cottarelli abbraccia tutta la compagine della P.A. I capitoli e le strategie di intervento erano già stati in parte definiti, quando all’avvio della spending Cottarelli ha verificato, con i singoli ministeri i possibili interventi.

 

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