L’ Fmi contro l’ abolizione dell’ Imu. Ira del Pdl

Il vertice di maggioranza è andato secondo gli auspici di Enrico Letta, che ha ottenuto un maggior coinvolgimento dei partiti, ha ribadito i principali obiettivi del governo, tra cui quello di accelerare in autunno i pagamenti dei crediti che le aziende vantano nei confronti della Pubblica amministrazione, e ha ridato una vernice di coesione a un’alleanza in fibrillazione. Il risultato, però, è stato favorito dal fatto che il monito del FMI è arrivato nel pomeriggio a summit di maggioranza concluso.

Gli inviati del Fondo monetario, fotografando un’Italia ancora nelle spire della crisi, hanno raccomandato che, date le condizioni economiche del Paese, «la tassa sulla proprietà della prima casa dovrebbe essere mantenuta per ragioni di equità e di efficienza e la revisione dei valori catastali accelerata per assicurare l’equità». Il ministro Saccomanni, reduce dal confronto mattutino con Alfano, Brunetta e Schifani che hanno sostenuto l’irrinunciablità della cancellazione dell’Imu, ha commentato: «E’ una questione che stiamo valutando per trovare un consenso nella coalizione», aggiungendo, a proprio rischio e pericolo: «Certamente terremo conto dell’opinione del Fmi».

Le parole del titolare dell’Economia erano state appena diffuse che una valanga di fuoco dai quartieri del Pdl si abbatteva sul ministro e sul dicastero di via XX Settembre che aveva ospitato gli inviati del Fondo. La prima a tuonare Daniela Santanché, che definiva quello del Fmi «un attentato alla nostra sovranità nazionale», avvertendo Saccomanni che se «sciaguratamente» desse seguito alle indicazioni sull’Imu, dovrebbe «cercare un’altra maggioranza per il suo governo». Seguiva Maurizio Gasparri: «Intollerabile interferenza. L’Fmi si faccia gli affari suoi». Più diplomatico Renato Brunetta: «Il Fondo monetario ha la sua visione del mondo. Il governo ascolterà quello che ha da dire, ma va avanti sulla base del programma votato dalla maggioranza. Inutile nascondersi oggi dietro il Fondo e ieri dietro l’Europa».

OBIETTIVO DIFFICILE
E certamente non era intenzione di Letta nascondersi dietro il Fmi che non si era ancora pronunciato, quando, nella conferenza stampa seguita al vertice osservava che nella road map del governo, «il primo obiettivo è anche quello più difficile: la copertura finanziaria da trovare per l’Imu e l’Iva, cosa ancora più complicata perché da fare con il bilancio 2013, che è ancora rigido e non gode della flessibilità garantita dalle ultime decisioni di Bruxelles». Il premier, comunque, ha attivato un parafulmine contro le ire degli alleati azzurri confermando che entro agosto il problema Imu verrà affrontato e risolto, come da programma. Un richiamo al realismo quello di cui si è fatto infine portatore da Dario Franceschini: «Rispetto a certe interviste – ha osservato il ministro dei Rapporti con il Parlamento – in cui si dice ”via l’Imu, via l’Iva, bisogna sempre tenere presente l’obbligo di rispettare i parametri europei. In un Paese non ancora lontano dalla crisi – ha concluso Franceschini – la politica dei piccoli passi è l’unica possibile».

 

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