Letta detta le condizioni per il rilancio

«Non ho alcuna intenzione di vivacchiare o di prestare il fianco a continue minacce e aut-aut». Enrico Letta lo ha detto chiaramente nel corso del Cdm. E per questo, ha annunciato il ministro Graziano Delrio, il presidente del Consiglio è deciso a chiedere «la fiducia alle Camere su un discorso programmatico».

L’ira di Letta. «Un’efficace azione di governo è evidentemente incompatibile con le dimissioni in blocco dei membri di un gruppo parlamentare che dovrebbe sostenere quello stesso esecutivo. O si rilancia, e si pongono al primo posto il Paese e gli interessi dei cittadini, o si chiude questa esperienza», ha scandito Letta in Cdm. «Quanto accaduto mercoledì scorso proprio mentre rappresentavo l’Italia all’assemblea generale delle Nazioni Unite – contestualità non casuale – è inaccettabile», ha aggiunto.

Letta nel pomeriggio è stato al al Quirinale per un incontro di un’ora e mezzo con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Prendere o lasciare perché i problemi del paese sono «tanti e urgenti» e non si può andare avanti in un clima di tensione continua. È l’atteggiamento con cui il premier Enrico Letta ha intenzione di presentarsi al più presto, già lunedì o martedì prossimo, al Parlamento. Una richiesta di chiarimento «inequivoco» che Napolitano ha condiviso nell’incontro con il premier. Un chiarimento al più presto perché «così non si può andare avanti». Sarebbe questo il percorso condiviso dal premier e dal presidente della Repubblica nel colloquio al colle.

«C’è il pieno consenso di Giorgio Napolitano sul percorso che il presidente del Consiglio gli ha
rappresentato intendendo seguirlo in sede di Consiglio dei ministri questa sera e, successivamente, a breve, in sede di Parlamento», è emerso dall’incontro al Colle. Il chiarimento all’interno della maggioranza non dovrà lasciar spazio a equivoci, perché i problemi del paese sono troppi, e troppo urgenti, per permettere che l’attività di governo sia logorata da fibrillazioni, divisioni o aut aut. Così, riferiscono fonti di palazzo Chigi, si sarebbe espresso Letta al termine del colloquio al Quirinale.

Ministri Pdl: chiarimento anche sulla giustizia. «I ministri del Pdl fanno sapere – a quanto è emerso – che non si va da nessuna parte se dal chiarimento si esclude la questione giustizia». È quanto si apprende da fonti del Pdl.

«Il governo l’ha voluto il Pdl e il Pdl non si fa scaricare le responsabilità di un’eventuale crisi», ha affermato il vice premier Angelino Alfano nel corso del Consiglio dei ministri. «Il Pd tra congresso e cecità antiberlusconiana ha cacciato il governo in questa situazione», ha aggiunto il vice premier. Toni ribaditi anche al termine della riunione. «Come Forza Italia e Pdl non accettiamo lezioni da nessuno. Ci siamo impegnati lealmente. Ci siamo trovati d’accordo sul fatto che vivacchiare non serve a nessuno», ha detto il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi.

Letta è salito al Colle intorno alle 18 per esaminare con il capo dello Stato la situazione dopo la decisione dei deputati del Pdl di dimettersi in massa in caso di decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Letta ha lasciato il Quirinale poco prima delle 19.30 per dirigersi a Palazzo Chigi, dove si è riunito il Consiglio dei ministri. Prima dell’avvio della riunione Letta ha incontrato nel suo studio il vicepremier Angelino Alfano e i ministri Dario Franceschini, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello.

«I deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le dimissioni da parlamentari» nelle mani dei loro capigruppo. Ma «all’ordine del giorno non ci sono le dimissioni da ministri» dei nostri esponenti di partito al governo. Lo ha assicurato il capogruppo al Senato del Pdl Renato Schifani, ospite questa sera della trasmissione Virus. «Allo stato questa ipotesi non esiste», ha detto anche Fabrizio Cicchitto, presidente Pdl della commissione Esteri di Montecitorio.

«Vedo tanto nervosismo nel Pd. Si stanno violando prassi e regole. È chiaro che una grossa fetta del Pd vuole andare al voto. Se si va al voto ci si va costretti dal Pd che sta eliminando qualunque agibilità politica nella maggioranza», ha aggiunto Schifani.

«Grande determinazione da parte di Forza Italia e da parte dei gruppi parlamentari di Camera e Senato nel difendere lo Stato di diritto, difendere il senatore Berlusconi dall’applicazione retroattiva di una legge, la legge Severino, ingiusta. Ma anche grande senso di responsabilità nel proseguire nell’azione di governo», afferma Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, ai microfoni del Tg1.

Mauro, Cancellieri, D’Alia e Moavero. I ministri Mario Mauro, Anna Maria Cancellieri, Gianpiero D’Alia ed Enzo Moavero hanno ribadito intanto, in una riunione che si è tenuta subito prima del Cdm, l’impegno leale nei confronti del Governo, nella ferma convinzione che sia necessario proseguire il percorso della grande coalizione. A giudizio dei quattro «serve, mai come oggi, un supplemento di responsabilità: lo impongono la grave crisi economica e la necessità di rafforzare la credibilità internazionale dell’Italia». Il governo «è solidissimo», ha detto Mauro, rispondendo ai giornalisti.

Letta oggi ha avuto incontri con tutti i leader della maggioranza, compreso Mario Monti, e a tutti, si apprende da fonti di governo, ha espresso la determinazione a procedere a un chiarimento che per quanto lo riguarda dovrà avvenire al più presto in Parlamento e dovrà essere senza se e senza ma.

Letta è atterrato stamani all’aeroporto di Ciampino intorno alle 12, di ritorno dal viaggio in Canada e Stati Uniti. Subito dopo ha incontrato a palazzo Chigi il segretario Pdl e successivamente il leader del Pd, Guglielmo Epifani. Poi poco dopo le 17 Gianni Letta, ambasciatore del Cavaliere e zio del premier, è arrivato a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio. Subito dopo il premier è salito al Quirinale.

Epifani. Quanto sta avvenendo «va preso sul serio» e quindi «tocca al premier aprire in Parlamento un chiarimento che deve essere chiaro e risolutivo», ha detto il segretario del Pd, parlando alla direzione del partito e sottolineando che il Pd è con Letta. «Non faccio scenari per il dopo. Vediamo», ha aggiunto poi Epifani in merito ad una eventuale crisi di governo e quindi agli sviluppi successivi. «Consideriamo la nostra direzione convocata in maniera permanente in modo da seguire gli eventi. Abbiamo bisogno di parlare con i nostri elettori che sono disorientati. Siamo uniti in questo momento difficile».

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