Letta: non mi farò bloccare da alcun veto incrociato

«Abbiamo capito quello che è successo tra febbraio e aprile o ancora siamo ciechi e non ci siamo resi conto di quello che è successo per quanto riguarda la politica, il corpo elettorale e il sistema Paese? 
Sono avvenuti due terremoti». A dirlo è il presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel suo intervento al forum di Cernobbio. «Le risposte tradizionali non bastano, il Paese ha alle spalle due terremoti politici enormi mai accaduti in nessun altro paese europeo: una forza politica nata dal nulla che prende il 25% dei voti, subito dopo l’incapacità del sistema politico di eleggere un nuovo presidente della Repubblica: non si tratta di eventi che passano in tre mesi».

«Sono qui, stradeterminato e straimpegnato, non determinato a galleggiare, determinato a compiere per realizzare il programma, a non farmi bloccare dal ritorno della conservazione, dai veti e dal rumore di fondo (l’instabilità politica su cui si focalizza l’attenzione anche degli investitori esteri, ndr) di cui parlavo prima».

Il caos politico permanente. «La nostra missione è rompere le catene che bloccano l’Italia». «Il nostro Paese può fare cose straordinarie. Quanti di voi – prosegue riferendosi alla platea che lo sta ascoltando – fanno cose straordinarie sui mercati internazionali?». Queste catene sono tante, sottolinea Letta, che cita, ad esempio, «il caos politico permanente».

Il lavoro di governo e la Costituzione. «Finora sono stati 130 giorni di lavoro non facili» continua Letta. «Respingo – ha aggiunto – il racconto macchiettistico che noi non abbiamo fatto nulla, non è così». La Costituzione «dobbiamo cambiarla» ed è «necessario lo sforzo di tutti», che «non prevalga uno spirito conservatore». «Chi dice che la Carta non si tocca non tiene conto del fatto che ad esempio prevede il bicameralismo paritario».

L’instabilità di governo. «Instabilità vuol dire che devi pagare di più, costa a voi imprenditori perché dovete pagare un servizio maggiore». «L’instabilità porta un rialzo dei tassi di interesse – continua il premier e aggiunge – Stabilità e instabilità sono come il sole e la luna». «Di fronte a un compito così improbo, impervio», come quello del governo e dell’innovazione, «mi dedico totalmente a questa missione, che è già un’impresa. Figurare se uno si deve dedicare ad altre cose come il proprio futuro politico o a un partito».
Il sistema di tassazione. «Dobbiamo ridurre le tasse sul lavoro in linea con quell’impegno che ci siamo presi e che era dentro il discorso con il quale abbiamo chiesto la fiducia alle Camere». «Chi ha voglia di fare nel nostro Paese – sottolinea – deve essere aiutato dallo Stato e chi invece ha voglia di immobilizzare e di bloccare non può essere aiutato».

Le Olimpiadi 2024. «Quanto è successo ieri a Buenos Aires mi fa pensare che nell’agenda 2024 l’Italia possa candidarsi alle Olimpiadi». L’Italia è un Paese grandioso ma «se abbiamo delle scadenze – ha aggiunto – ci impegniamo meglio». «È un tema – ha concluso – su cui lavorerò».

L’Europa e la crisi. «Abbiamo bisogno di un’Europa che una volta usciti dalla grande crisi economica e finanziaria cambi marcia. Lavoreremo in questa direzione. Il semestre italiano avrà la parola crescita al centro».

 

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