Napolitano: «Mettere fine alla fragilità endemica dei governi»

«Pochi ormai dubitano che, nel rispetto rigoroso dei principi sanciti dalla Costituzione, si debba porre fine a quella fragilità endemica che ha caratterizzato in passato le sorti di troppi governi» e la loro «piena efficacia». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incontrando il corpo diplomatico.

Solo un pacchetto di riforme istituzionali potrà dare «il risultato di un’indispensabile maggiore continuità ed efficacia all’azione di governo e nel circuito governo-Parlamento», sottolinea Napolitano ricordando che si tratta peraltro di «modifiche da tempo delineate» ma mai approvate. Per il capo dello Stato «una parte sempre piùlarga dell’opinione pubblica» è convinta che «tra i doveri delle istituzioni vi sia quello di garantire alla nazione stabilità politica e governabilità».

L’Europa. Il processo d’integrazione europea vive «uno dei suoi momenti più complessi» e a causa della crisi economica «hanno guadagnato peso crescente posizioni di scetticismo e ostilità verso la costruzione europea. Hanno finito per emergere spinte populiste, con connotati di velleitario ripiegamento su un orizzonte più ristretto e perfino di un anacronistico quanto pericoloso nazionalismo», l’allarme lanciato dal presidente della Repubblica. L’Italia intende affrontare le due prove «decisive del 2014» cioè le elezioni europee e il semestre italiano di presidenza dell’Unione «con la consapevolezza che si tratta di momenti importanti per il percorso di integrazione europea e per il futuro dell’Italia», ha garantito il presidente della Repubblica. Il capo dello Stato ha spiegato che ora, dopo che l’Unione si è «prevalentemente concentrata sulla stabilizzazione fiscale e il rigore di bilancio, oggi deve risolutamente imboccare la strada dipolitiche per l’occupazione e la crescita, che possono rendere più evidenti le ragioni del nostro processo d’integrazione, le esigenze ineludibili di una più stretta e solidale unità dell’Europa».

L’immagine dell’Italia all’estero. L’Italia non deve solo concentrarsi sui suoi «complessi problemi interni» ma vuole superare questa «difficile fase storica» costruendo, «su solide fondamenta, un’immagine internazionale del Paesepiù in linea con le sue potenzialità, il suo patrimonio, ideale, culturale e naturale, e i suoi inconfondibili talenti», è l’aspettativa del presidente della Repubblica a pochi mesi dall’inizio del semestre italiano di presidenza di turno dell’Unione europea. Il capo dello Stato ha spiegato che l’obiettivo è quello di «rendere il nostro Paese ancora più competitivo ed attrattivo». Tutto questo perchè, ha aggiunto Napolitano, «il rinnovamento del nostro sistema-Paese in un’Europa più integrata è un imperativo che le sfide del mondo globalizzato ci impongono tassativamente».

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