Nola, al Carducci incontro su legalità e giustizia

Nola – Una fitta platea di studenti del Liceo Classico Giosuè Carducci di Nola, ha accolto l’arrivo del Dott. Vincenzo D’Onofrio P.M. della DDA di Napoli ed il Maggiore Cristian Angelillo Comandante Nucleo investigativo Gruppo Carabinieri di Castel Cisterna, per una mattinata all’insegna della formazione personale e collettiva al saper vivere.

Oggi purtroppo legalità e corruzione, giustizia e diseguaglianza, luce e buio sono gli antipodi caratterizzanti lo stato e la mafia. L’uno vissuto alla luce del sole, l’altro al buio delle tenebre. Un modo di vivere e di essere, quello mafioso,  che si ciba di intimidazione ed omertà, tanto da riuscire troppo spesso a sostituirsi allo Stato in quanto anti-stato. Un sistema ormai infiltrato ovunque che cerca sempre più di far dimenticare cancellando dalla memoria della popolazione ciò che è stato.

“Da sempre nelle nostre famiglie si cresce con “l’usanza del farsi i fatti propri”, in caso di difficoltà qualsiasi genitore che si rispetti, indica come primo consiglio al proprio figlio/a, in caso di difficoltà: “fatti i fatti tuoi!”, perché chi si fa i fatti suoi, secondo un detto napoletano “camp 100 anni”- così  introduce il suo discorso il Dottor D’Onofrio durante l’incontro con l’assemblea studentesca- farsi i fatti propri invece incrementa il meccanismo di omertà incentivando il lavoro sporco di queste associazioni. In questa fase storica le associazioni mafiose agiscono silenziosamente, sversano rifiuti, li intombano, non si muore più per un colpo di pistola, la morte da singola è diventata di massa.  Per questo bisogna cominciare a farci i fatti degli altri, bisogna saper guardare e non fermarsi a vedere cercando di capire nel profondo, analizzare e denunciare. Continuare nel silenzio e nell’omertà significherebbe dar loro vinta e scavare una tomba per noi e per le future generazioni”.

La scuola dev’essere l’avamposto allo stato italiano per la lotta ed il contrasto alla criminalità organizzata. L’azione repressiva ha un fine se non si incontrano le scuole educando le nuove generazioni al saper vivere, togliendo così ogni prospettiva di crescita alle associazioni mafiose. Non esiste più grande contrasto alla Mafia della crescita culturale, questa la strada da seguire, la speranza e l’obiettivo.

di  Rossella Avella

 

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