Nola, anche all’Immacolata non si ripete il miracolo della manna di San Felice

Nola – Il miracolo della manna non c’è stato. I nolani come sempre lo attendevano come segno di protezione di San Felice, patrono della città. Ed invece all’apertura del tabernacolo posto nella cripta della Cattedrale, ieri mattina durata la messa delle nove, il calice dove di solito il liquido si produce si è presentato vuoto. Si conferma ormai da qualche anno a questa parte l’assenza del miracolo nel giorno in cui la tradizione vuole che il Santo martire, primo Vescovo della città, sia stato ucciso per decapitazione. Il prossimo appuntamento con il miracolo è fissato per l’8 dicembre. In questa occasione, invece, di tanto in tanto il fenomeno si è ripetuto. Sebbene la manna non sia mai stata analizzata, molti nolani credono da sempre che si tratti della testimonianza della presenza del Santo. Secondo la tradizione si tratterebbe di un umore la cui provenienza è da ricondurre al luogo dove presumibilmente sarebbero state sepolte le reliquie di San Felice. Quel pozzo dove il cadavere sarebbe stato gettato.

Una vicenda, quella di San Felice, che da sempre si pone a mezza strada tra storia e leggenda, anche se una recente indagine storica – archeologica ha dato maggiore consistenza al culto feliciano. L’altro giorno i risultati di questo studio sono stati illustrati nel corso di un incontro proprio nella cripta del Santo. A conclusione dei sondaggi, la parte dove è ubicato il celebre tabernacolo del miracolo si presenta senza la copertura in marmo. Al suo posto è stata posizionata una vetrata che rende possibile ammirare la stratificazione delle varie costruzioni susseguitesi nel tempo, a partire dall’epoca romana, ma soprattutto un antichissimo affresco databile intorno al 1300 che rappresenta proprio San Felice.

Le indagini hanno evidenziato come sin dal 50 dopo Cristo, la zona dove oggi insiste la Cattedrale, la così detta insula episcopalis, fosse un centro di culto cristiano. Molto probabilmente il primo nucleo è stata una nobile domus romana dove si riuniva la prima comunità legata al culto del “Nazareno”. Su questa struttura si sono sovrapposte nel tempo le varie chiese fino a giungere a quella odierna. Una circostanza che consolida l’idea che questo punto della città abbia rappresentato da sempre un luogo dal forte simbolismo religioso, forse la sepoltura di San Felice, primo Vescovo di Nola.

 

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