Nola, anche la chiesa di San Biagio a rischio chiusura. Crisi di vocazioni e difficoltà nella gestione: occorre un tavolo per non privare la città dei suoi “gioelli”

Nola – Crisi di vocazioni e difficoltà economiche per la manutenzione: anche il convento di SanBiagio rischia di chiudere. Che la situazione stesse progressivamente precipitando era noto da tempo ma si continuava a sperare che tutto potesse ritornare alla normalità. Il convento con la relativa chiesa rappresentano luoghi – simbolo per la città. La struttura, dedicata originariamente a San Francesco, sorse nel lontano 1372 per volere del conte Nicola Orsini. La sua storia ha conosciuto alterne vicende nel corso dei secoli, come l’appropriazione di molti locali, nel 1938, per la costruzione della casa del Fascio. Nonostante tutto, il convento e la chiesa, oggi di SanBiagio, sono rimasti un punto di riferimento per la formazione di numerose generazioni di nolani. Gli stessi che oggi apprendono con tristezza la ormai imminente chiusura di luoghi che hanno visto sempre un pullulare di giovani che frequentavano le varie associazioni operanti nel convento. Un’ autentica fucina che ha restituito importanti professionisti, cittadini impegnati nel sociale e nelle istituzioni, padri e madri che hanno saputo declinare al meglio i valori appresi e successivamente trasferirli ai rispettivi figli. 

Le attività saranno ridotte al lumicino, forse alla sola celebrazione della messa domenicale e a poco altro ancora. Poi, per la gran parte dei giorni, la chiesa con il suo straordinario patrimonio storico e culturale, rimarrà chiusa. La stessa, per diversi anni, è stata inserita all’interno dei percorsi turistici dedicati ai visitatori della città. Al di sotto del livello di calpestio, infatti, vennero ritrovati resti ben conservati di terme risalenti all’epoca romana. Il sito archeologico era visitabile, accedendo dalla chiesa. Da tempo, però, l’ingresso era interdetto al pubblico visto che era necessario un intervento di riqualificazione che però appariva ben lontano da venire. Con la chiusura, sempre più probabile, o nella migliore delle ipotesi di una drastica riduzione delle attività, anche su questa vicenda calerà l’oblio.

Al di là dell’affezione collettiva, l’ipotesi di una chiesa di San Biagio non più aperta, quotidianamente, rappresenta anche un forte depauperamento sull’ offerta turistica e culturale della città. A ben guardare, si tratta di una vicenda che si va ad inserire in contesto più esteso e profondo che riguarda i beni ecclesiastici che per un motivo o per un altro sono chiusi da anni o sono in procinto di esserlo. E’ il caso della bellissima chiesa di Santa Chiara, in pieno corso Tommaso Vitale, della chiesa della Pace, chiusa dagli anni ottanta, e dello stesso convento di Sant’Angelo. Un fenomeno che deve spingere le autorità ecclesiastiche e quelle civili a ritrovarsi intorno ad un tavolo per discutere degli aspetti legati al recupero ed alla gestione di questi straordinari siti di cui il territorio non può continuare a privarsi. 

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