Nola, approfondimento sulla figura di San Felice alla Chiesa dei Santissimi Apostoli

Nola – In occasione dei quaranta anni dalla fondazione della “Pro loco” di Nola e dell’imminente festa di San Felice del 15 novembre, si è organizzato un convegno sulla storia di San Felice presso la Chiesa dei Santissimi Apostoli lo scorso lunedì 13 pomeriggio. Moderatrice della manifestazione è stata la dott.ssa Giulia Nappi, la quale ha prima salutato tutti i relatori presenti al tavolo e poi introdotto i vari momenti dell’evento. Hanno aperto le danze il dott. Carmelo Martinez, Presidente della “Pro Loco”, e l’avv. e sindaco di Nola, Geremia Biancardi, i quali si sono manifestati entusiasti della realizzazione di tale convegno.

La manifestazione ha preso davvero inizio con l’intervento di Sua Eccellenza Mons. Francesco Marino, Vescovo di Nola, il quale ne ha approfittato dell’occasione per fare un bilancio positivo del suo primo anno da vescovato nella suddetta città. A seguire, si è entrati nel vivo del convegno presentando gli altri due relatori: il Professore Ordinario di Filologia latina medievale presso l’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, Edoardo D’Angelo, e l’Architetto specialista in restauro dei monumenti della città di Nola, Giuseppe Mollo. Con il primo si sono analizzate le fonti storiche (precisando che sono scarse, ma che la Diocesi ne è sempre alla ricerca), mentre con il secondo si è data importanza alle fonti architettoniche.

Il Prof. D’Angelo ha chiarito sin da subito che su questo personaggio pochissimi sono i dati sicuri e molti quelli leggendari o poco chiari. Le notizie certe riguardano l’inizio del pontificato, 473, e la sua morte, 9 febbraio 484, come si può rilevare da una iscrizione sepolcrale. Nella stessa Nola e regioni limitrofe fu oggetto di grandissimo culto un San Felice, prete, per cui gli agiografi medievali confusero gli uni con gli altri dando origine, nelle passiones, a curiosi equivoci. Nacquero sdoppiamenti di persone: a Nola, infatti, si parlò di un Felice proto vescovo, distinto dal più famoso prete. Di questo presunto primo vescovo si scrisse anche una passio, in cui si narra che Felice, già all’età di quindici anni, dimostrò miracolose virtù; compì numerosi viaggi e, ritornato a Nola, convertì lo stesso governatore Archelao che intendeva condannarlo perché cristiano. Poi, durante l’impero di Valeriano, fu dall’imperatore bizantino Marciano condannato, assieme ad altri trenta, alla decapitazione (15 novembre 259). Il prete Elpidio nascose il corpo in un pozzo su cui fu, in seguito, costruita una chiesa. In realtà, il protagonista di questa passio, questo Felice, vescovo di Nola nel III sec., non è mai esistito: si tratta, quindi, di uno sdoppiamento del Felice prete, divenuto, negli scritti leggendari, vescovo e martire.

L’architetto Mollo, invece, ha presentato le slide preparate dallo stesso che, nello specifico, riguardavano Nola vista come “l’insula episcopalis” e il ridisegno della città antica. Egli è partito dal presupposto che ci siano stati assetti agrari già a partire dalla tarda età repubblicana (fase sillana, 130 – 82 a.C.) per poi aumentare durante la fase della seconda metà dell’impero (età di Vespasiano, 69-79 d.C.). Ha, dunque, dato importanza agli affreschi o ai graffiti in cui sono rappresentati sia San Felice che San Paolino. Riguardo a ciò, ha tenuto a ringraziare il minuzioso lavoro di <scoperte continue> degli archeologi Antonia Solpietro e Nicola Castaldo, che lavorano presso la Diocesi di Nola. Mollo ha concluso il suo intervento, prendendo una citazione dell’architetto nolano di metà ‘800 Luigi Ferrajolo, il quale già all’epoca aveva notato una differenza urbanistica dalla Nola presente rispetto a quella antica, in quanto è andata a migliore valorizzando i propri beni.

Il convegno si è, poi, concluso con un omaggio ai relatori di “tutero e ombrello” (i simboli della festa di San Felice) assieme ad un quadro in cui è raffigurata un’iconografia del Santo Patrono. Oltre all’amministrazione comunale tutta, guidata dall’Assessore ai Beni Culturali Cinzia Trinchese, alla “Pro Loco” e alla Diocesi di Nola, si ringrazia l’associazione “Uniti” (Uffici Nolano di Informazione Turistica) e il Laboratorio di ricerche medievali – “Emile Bertaux” per aver allestito una manifestazione “sui generis”.

 

di Nicola Compagnone

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