Nola, dimissioni Caccavale: quando un’ amministrazione “mangia” i suoi “figli” per trovare un equilibrio

Nola – Solo cinquanta giorni. E’ stato questo il tempo avuto a disposizione dall’assessore Elvira Caccavale per potersi esprimere in giunta, nonostante una “posizione di peso” viste le sue tante deleghe che spaziavano dalla Cultura all’Ambiente, passando per l’avvocatura ed il marketing territoriale.

Anche la Caccavale – già assessore nell’amministrazione Minieri – con una parentesi significativa anche extramoenia – nell’esecutivo del Comune di Castel Volturno – “ha gettato, suo malgrado, la spugna”. Nella giornata di ieri ha “alzato bandiera bianca”, rassegnando le proprie dimissioni.

Nonostante gli ottimi propositi, la gestione in “corsa” del giugno nolano, dopo essere subentrata all’ex assessore Vincenzo Martone, e l’avvio di un programma estivo di appuntamenti per chi resta a città, anche lei è vittima della cronica crisi politica che ha investito – sin dal principio – l’amministrazione Buonauro e da cui non riesce a venire      fuori in nessuno modo.

Ormai sono ben quattro assessori su sette della giunta di “alto profilo”, “fatti fuori”,  revocati o costretti alle dimissioni. E come se questa amministrazione – come un’ antica divinità – “mangiasse” con voracità i suoi stessi figli. E già tutti si chiedono, chi sarà la prossima vittima?

Eppure l’ingresso in giunta della Caccavale avrebbe dovuto segnare la “chiusura della quadra” con il gruppo consiliare del Pd (in origine costituito dal solo Paolino Mauro a cui si è aggiunto Francesco Conventi) a cui – a seguito dell’implosione del gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle, ha aderito anche Massimo Russo.

Ed invece non è andata proprio così, nonostante la nomina abbia comportato la defenestrazione dell’ex assessore alla Cultura, Vincenzo Martone, addirittura alla vigilia del “Giugno nolano”, determinando nella comunità non poco disorientamento.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’assenza in blocco – nel corso dell’ultimo Consiglio comunale – dell’intero gruppo consiliare del Partito Democratico, già da qualche settimana sull’Aventino perché escluso – così dicono alcuni rumors – da alcune decisioni e scelte assunte dalla maggioranza.

Un’ assenza che è stata letta come una sorta di affronto politico all’amministrazione, tanto da indurre gli altri componenti della compagine di governo a chiedere la “testa” della stessa Caccavale.  Quest’ ultima, anticipando la ormai rituale revoca – che come una “ghigliottina” ha colpito già altri ex componenti dell’ esecutivo – ha rassegnato le proprie dimissioni. La motivazione formale?

Il venir meno dell’equilibrio politico che non consente più alla scrivente di rappresentare al meglio ‘interesse della città”. Così ha scritto la Caccavale nella sua nota di dimissioni.

Intanto la “resa dei conti” potrebbe non terminare qui. Ricordiamo che il consigliere Massimo Russo resta ancora delegato per la frazione di Piazzolla: vediamo cosa accadrà nei prossimi giorni.

A poco più di un anno di consiliatura questa maggioranza si ritrova ancora a dover definire i propri ruoli, dopo un gruppo consiliare estinto (M5S), un altro confinato in minoranza (Pd), o almeno estromesso dall’esecutivo, il vicesindaco revocato, stessa sorte per un altro assessore, altri due che rassegnano le dimissioni, gruppi consiliari che da un consigliere passano a cinque, o da tre passano a due, sostituzione del vice presidente del consiglio, dimissioni dalla delega Acer, ridefinizioni delle commissioni consiliari bizzeffe e dirigenti che vengono, vanno, restano, forse tornano.

MANCANZA DI CHIAREZZA

Nonostante ciò, per ora nessuno sente il bisogno di spiegare alla cittadinanza cosa stia accadendo e quando terminerà questa faida fratricida all’interno della maggioranza che continua ad avvelenare i pozzi, mietere vittime, alimentare un generale sentimento di sfiducia. 

Siamo di fronte ad un’ amministrazione – si legge in una nota della coalizione di opposizione, Nola domani – che si accinge a consegnarsi alla storia di questa città solo per i suoi intrighi e i suoi giochi di potere con i continui cambi di casacca finalizzati solo a costituire gruppi consiliari più “pesati” e avanzare poi maggiori pretese all’interno dell’esecutivo. Tutto questo ha prodotto che nell’ultimo Consiglio comunale la maggioranza si sia ridotta ad appena tredici consiglieri: siamo alla sopravvivenza”.

Nel frattempo da più parti si chiede chiarezza. Tra questi c’è la locale sezione del PSI, molto attiva -negli ultimi mesi- sul tema del Puc. “Ci auguriamo – si legge in una nota del partito che il Partito democratico, organico a questa maggioranza di governo cittadino, apra una seria riflessione in città su quanto capitato, e soprattutto chiarisca l’affermazione della dimissionaria assessora essendo di nomina dello stesso”.

NUMERI RISICATI, MAGGIORANZA A RISCHIO

L’ultima assise cittadina si è svolta alla fine con appena 13 consiglieri di maggioranza. Il minimo sindacale per poter garantire i numeri alla coalizione di governo. Se questa crisi – l’ennesima dall’inizio di questa consiliatura – non dovesse rientrare, il percorso d’ora in avanti, si presenterà costantemente in salita. Dopo un anno, siamo già sul “filo del burrone”.

Intanto le “diplomazie” sono a lavoro per tentare di ricucire anche questo strappo, il più clamoroso – fino a questo momento – di questa esperienza amministrativa. L’estate si annuncia molto calda e non solo sul piano delle temperature. Ne sapremo di più nelle prossime settimane.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *