Nola, grandi emozioni al premio Paoliniano

Nola – Una tradizione millenaria rivissuta attraverso immagini d’epoca, filmati, fotografie e canzoni. È il “Premio Paoliniano”, consolidata e riconosciuta manifestazione, giunta quest’anno alla quarta edizione, promossa ed organizzata da alcuni e valenti giovani della città di Nola, membri dell’omonima associazione, presieduta dal consigliere comunale Vincenzo Iovino. Un vero e proprio tuffo nel passato per celebrare amici e personaggi che, con il loro contributo, hanno lasciato un segno indelebile nella Storia della Festa dei Gigli. Ad inaugurare la quarta edizione, nella splendida cornice del Teatro Umberto di Nola, un coro di bambini che, muniti di bandiere tricolori e coccarde a tema, hanno intonato l’Inno d’Italia in ricordo dello storico anniversario. Un’atmosfera particolarmente suggestiva, impreziosita dalla presenza dell’attesissimo ospite d’onore, lo scrittore e regista Federico Moccia, intervenuto in città per presentare il suo ultimo libro “L’uomo che non voleva amare”, edito da Rizzoli. “Essere nolano, seppur per un giorno, è per me motivo di grande orgoglio – ha esordito Moccia -. Mi ha profondamente colpito la semplicità e la bellezza di questa terra e mi incuriosiscono i Gigli che spero di vedere il prossimo 3 luglio in occasione della Festa. Se mi vorrete, io sono qui”. Un attestato di stima e gratitudine da parte di un artista che ha fatto sognare intere generazioni, prima con i suoi libri, e poi con importanti pellicole cinematografiche, tenendo anche a battesimo uno degli attori più richiesti oggi come Riccardo Scamarcio. Una “parentesi” che non ha comunque destabilizzato l’attenzione del pubblico sulle due perle nolane, vere protagoniste della kermesse: il maestro Roberto De Simone e l’ex capo paranza Gaetano Talese. Due figure storiche per la Festa dei Gigli, accolte con grandi e sentiti applausi. Emozionatissimo, Talese ha ripercorso il percorso del suo sodalizio, dalla nascita della paranza “Primavera” del 1977 alla trasformazione nel 1982 della paranza Talese sino all’abbandono nel 2000 dopo 18 anni di successi non solo made in home ma anche fuori dal circuito bruniano. “La Festa è sempre bella – ha commentato Talese -. Purtroppo sono cambiati i tempi e con essi anche la nostra amata kermesse ha subito qualche piccola trasformazione. Oggi ricordo con nostalgia quegli anni, quando si collava il Giglio solo per fede e non per puro esibizionismo”. Perle di saggezza dettate da una grande consapevolezza. All’epoca c’era rispetto per le regole – ha continuato -, non a caso la mia paranza era nota per la puntualità, talvolta eccessiva. Nel 1982 infatti attivammo in piazza Duomo la domenica mattina alle 9:15, il comune era ancora chiuso.  Abbiamo dovuto aspettare pazientemente che aprisse per poterci esibire. Oggi non è più così purtroppo”. Consensi anche per l’altro premiato, il compositore Roberto De Simone, autore nel 1977, per la corporazione del Giglio del Sarto di “Guvanniello”. Un brano cantato all’epoca da Carmine Parisi (accompagnato da Peppe Barra), e riproposto ieri sera, dopo 34 anni dallo stesso Parisi. Emozionato, De Simone ha ricordato la bellezza e la spettacolarità della Festa di ieri. La serata è stata arricchita anche dalla presenza di due nolani doc cui sono andati riconoscimenti speciali. All’ingegnere Giuseppe Sabatino per aver, insieme a Gaetano Manfredi, aiutato i cittadini dell’Aquila sul piano sicurezza nella ricostruzione post terremoto del 2009, e al tenore Raffaele Sepe per aver portato la musica dei Gigli, e non solo, nel mondo. “Sento il dovere di ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnato sin dalla prima edizione in questa splendida avventura – ha dichiarato Vincenzo Iovino, presidente dell’Associazione ‘Il Premio Paoliniano’ –. Una manifestazione che ha dato nuova linfa alla nostra festa e che mi auguro possa crescere di anno in anno. Riascoltare le canzoni di un tempo e rivedere su un palco personaggi entrati di diritto nella Storia della Festa dei Gigli è una sensazione incredibile che difficilmente si può spiegare con le parole. Ma oggi il pensiero va anche a quanti non ci sono più – ha concluso Iovino –, a quei nomi illustri che tanto hanno amato la nostra festa, prodigandosi per essa e per San Paolino”.

 

di Autilia Napolitano

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