Nola, torna l’ombra del dissesto finanziario al Comune

Nola – La Commissione prefettizia ha sospeso l’assunzione di alcuni dirigenti per mobilità volontaria a causa della mancata approvazione del consuntivo. E’ questa la motivazione addotta. Un prolungarsi dei tempi che addensano, nuovamente, sul Palazzo di città, le fosche nubi di un eventuale dissesto finanziario.

Non vi sono state, fino ad ora, comunicazioni ufficiali anche perché i commissari preferiscono operare in grande riservatezza ma al tempo stesso con decisione al fine di rimettere in linea di galleggiamento i conti dell’ente. Le difficoltà non mancano. A quanto pare lo screening portato avanti con grande scrupolo e attenzione dal dirigente Salvatore Fattore, nominato dal commissario Anna Manganelli, ha evidenziato numerose incongruenze, inadempimenti, e contraddizioni. Un puzzle confuso che rende tutto più complesso di quanto potesse sembrare all’inizio, quando si è parlato, approssimativamente di un debito di circa 24 milioni di euro.

Ma la verità è che un vero quadro concreto circa la consistenza del debito non vi è perché in questi anni un serio e reale riaccertamento dei residui attivi e passivi non c’è stato mai stato. In buona sostanza, non si ha lo stato concreto dei crediti e dei debiti, al di là dei numeri segnati nominalmente sulle carte. Anche il monitoraggio in corso sulla situazione dei vari uffici ha fatto pervenire sulla scrivania dello stesso Fattore, in molti casi, una documentazione carente, fatta di semplici elenchi senza le classiche “pezze d’appoggio a supporti, da cui è difficile capire la vera situazione di cassa. Nonostante ciò, il lavoro e l’impegno della Commissione prefettizia, in silenzio e lontano dai clamori, prosegue con l’obiettivo di poter scongiurare l’infausta ipotesi del dissesto che avrebbe delle gravissime conseguenze, come l’innalzamento fino alla soglia massima delle aliquote dei tributi comunali, l’impossibilità di effettuare investimenti ed assunzioni, oltre che escludere qualunque ipotesi di sgravi fiscali. La vicenda che giorno per giorno assume sempre di più contorni preoccupanti evidenzia, certamente, le chiare responsabilità dei vari dirigenti di settore che non hanno ottemperato per un tempo prolungato alle procedure previste per legge, in primo luogo quelle che fanno riferimento all’obbligo di un monitoraggio attento dei residui.

Intanto alcuni esponenti dell’ex maggioranza evidenziano come in molte occasioni, anche in maniera formale, abbiano richiesto agli uffici il riaccertamento dei residui, senza avere da loro risposta. Inoltre si dichiarano fiduciosi in un’ entità del debito non così grave, visto che molte passività ancora riportate, in effetti, sarebbero state già ottemperate. Inoltre, per diversi mesi, molte voci di entrate non sarebbero state aggiornate. Considerazioni che complessivamente quantificherebbero il debito in “solo” 8 o 9 milioni di euro. Cifra ancora considerevole, certo, ma che potrebbe essere appianata con un piano di rientro, profilando al massimo una procedura di pre – dissesto che non avrebbe conseguenze così devastanti come quella citata in precedenza. “Abbiamo sempre richiamato l’attenzione su questo problema – afferma l’ex consigliere di opposizione, Francesco Pizzella – certo se si dovesse materializzare il dissesto, ne risentirebbe la stessa campagna elettorale visto che programmi dovrebbero essere interamente rivisti a causa dei pesanti limiti che per un lungo periodo sarebbero imposti all’ente”. La città attende con il fiato sospeso e con una spada di Damocle sul capo. 

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