Piazzolla, raccolta materiali per detenuti meno abbienti

Nola – E’ in corso presso la Parrocchia “Immacolata” della popolosa frazione di Nola, una raccolta di materiale da destinare ai reclusi meno abbienti del carcere di Poggioreale (Na). Intendiamo abbigliamento intimo (pigiama, magliette, mutande, calzini, etc.), oggetti di pulizia della persona quali dentifrici, spazzolini per denti, sapone, sciampo, infradito e  altra roba del genere, da portare domenica e lunedì prossimi, 5 e 6 gennaio 2014, e deporre di fianco all’altare della nuova Chiesa, per una “Befana” di alto contenuto umanitario e di solidarietà.

 

Ideatore dell’iniziativa Tonino Caliendo, che ha avuto subito l’approvazione di don Salvatore Luminelli, parroco del nuovo complesso socio/religioso che, ad appena cinque mesi dalla sua inaugurazione – 27.07.2013 – sta diventando sempre di più luogo di incontro, non solo per le ordinarie funzioni religiose, ma anche per i continui eventi a carattere artistico/socio/culturali tendenti all’aggregazione, promossi principalmente dagli istituti scolastici presenti sul territorio, dalle variegate associazioni e così via, ravvivando lo splendido auditorium, che lo stesso sindaco bruniano, Geremia Biancardi, in uno dei suoi interventi, ricordava unico su tutto il territorio comunale.

 

Maggiormente, quanto raccolto, sarà devoluto a sedici detenuti, dai 18 ai 60 anni, che non molto tempo fa, hanno ricevuto per la prima volta nella loro vita, la “Prima Comunione”, eccezionalmente dalle mani del cardinale Crescenzio Sepe”.

 

E, in questa encomiabile occasione di Fede, è entrato in gioco l’instancabile Tonino Caliendo, in quanto, da diverso tempo, per una volta a settimana, il nostro compaesano si è recato al carcere napoletano di Poggioreale, per fare catechesi ai reclusi interessati.

 

E il risultato è stato “miracoloso”, in quanto,  i rinchiusi che per un motivo o un altro non erano stati indirizzati sinora al Sacramento, poiché “cittadini”  che hanno sempre vissuto in famiglie scombinate e in luoghi poveri, spesso malfamati … ne hanno avvertito l’esigenza a seguito delle lezioni religiose impartite dal Caliendo, il quale ce ne parla con entusiasmo.

 

“Confesso che lo stare a contatto con questa gente che ha quasi sempre vissuto ai margini della società, e vederli così attenti, propositivi, entusiasti di avvicinarsi alle “Cose di Dio”, mi ha dato – e continua a darmi, perché questa mia esperienza non si è certa conclusa – tante soddisfazioni e tanta gioia. La stessa gioia che leggevo ogni volta negli occhi di ognuno che si avvicinava alla Fede, fino a quel momento loro preclusa, solo perché avevano avuto la sventura di crescere in ambienti che, evidentemente, non si ponevano proprio il problema, stante le loro condizioni di vita disdicevoli, e collegati ai margini della società civile, non per colpa loro”.  

 

“Ed è così che, senza sforzo, ma trascinati dal sentimento religioso – prosegue il nostro Tonino – sedici di loro hanno deciso di ricevere la “Prima Comunione”, niente poco di meno che dal cardinale Crescenzio Sepe, anch’egli entusiasta di quanto avvenuto. E sarebbe difficile dire a parole le sensazioni che io, personalmente, ho provato in tutto questo tempo, ma soprattutto quando questi hanno ricevuto “l’Ostia Sacra”. Ciò che mi è comunque rimasto impresso nella mente è il pianto a dirotto di uno di loro, che mi ha confessato di piangere di gioia per la prima volta nella sua vita, costellata da tante sventure!”.

 

Anche il parroco don Salvatore Luminelli motiva l’iniziativa di voler assicurare una speciale “Befana” ai detenuti, con concetti chiari e con estremo realismo. “In carcere vi sono detenuti di serie A, di serie B ed altri che sono fuori da qualsiasi schema”, ha ammonito dall’altare il sacerdote piazzollese invitando i fedeli a compiere questo gesto umanitario che a loro costerebbe pochi euro, mentre per chi lo riceve assume importanza vitale. “Quindi – ha proseguito – in prigione c’è gente che può permettersi champagne ogni giorno; altri hanno condizioni agiate o per ricchezze di famiglia o per il maltolto; altri, quelli che hanno vissuto sempre ai margini della società, in condizioni precarie, drammatiche, di stenti … continuano a perpetrare la loro situazione anche in carcere, dove spesso sono rinchiusi, magari, per aver commesso reati futili, probabilmente legati a motivi di sopravvivenza. Vogliamo abbandonarli questi ultimi??? Non credo sia giusto! Anzi, tutti questi “Ultimi”, e specialmente coloro che hanno scelto la via di Dio, ricevendo la “Prima Comunione” anche se in età avanzata, non devono sentirsi ancora più emarginati. E in questo, un nostro piccolo dono sarà per loro un grande regalo e servirà a non farli sentire abbandonati dal prossimo e che, una volta fuori, scontata la propria pena, li aiuterà a riprendere con fiducia il cammino nella società, non ripetendo gli sbagli che li hanno condotto in carcere”.

di Mauro Romano

 

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