Renzi difende il decreto salva banche

«Chi ha truffato pagherà». Le mozioni di sfiducia, un «fuffa show» che diventerà «un boomerang per chi le ha presentate». «Non c’è nessun conflitto d’interessi» e «la norma sulla responsabilità dei banchieri vale da ora» e non per il passato. Matteo Renzi difende il decreto salva banche, il ministro Boschi e il governo che da giorni è avvolto dalle polemiche mentre in Parlamento si vota la legge di Stabilità. Consapevole che si tratta di «un attacco al governo» e convinto che alla fine tutto si trasformerà in una bolla di sapone, il premier va a ”Porta a Porta” e poi verga una Enews per spiegare che se non si fosse fatto quel decreto sarebbero saltate le quattro banche e un milione di risparmiatori, come le aziende con fidi e prestiti e oltre settemila dipendenti, si sarebbero trovati con un pugno di mosche in mano.

AIUTI
Non solo, sostiene il premier, «questo salvataggio non viene fatto con i denari pubblici è fatto con il denaro delle banche. Il cittadino non sta mettendo soldi nella tassazione generale per salvare la situazione. Se avessimo fatto l’operazione rischiando la procedura degli aiuti di Stato immediatamente l’Europa» avrebbe protestato e «sarebbe saltato in aria tutto». Argomenti che il premier sciorina con veemenza perché a preoccuparlo non sono tanto le mosse delle opposizioni o di Brunetta «che non ne ha mai azzeccata una», quanto la percezione che potrebbero avere i risparmiatori sulla solidità del sistema bancario che invece «è più forte di quello tedesco». Renzi definisce quello delle opposizioni il «fuffa show» e li sfida a votare il decreto che «salva banche e risparmiatori».

Ma aggiunge, «deve essere chiaro: nell’Italia della rottamazione, chi sbaglia paga. Ma chi ha sbagliato non lo decide il tribunale del popolo delle opposizioni che per uno show televisivo non hanno paura di strumentalizzare tutto, persino un suicidio. Chi ha sbagliato lo decidono i magistrati e gli arbitrati. Punto». Il suicidio del risparmiatore che aveva investito tutti i suoi risparmi nelle obbligazioni di Banca Etruria, acquistati sul mercato secondario, ha complicato la linea di palazzo Chigi costringendo tutti i protagonisti della vicenda ad esporsi in prima persona. I sondaggi di palazzo Chigi dicono però che per il 70% degli italiani la colpa è delle banche e degli organi di vigilanza e solo il 13% attribuisce responsabilità al governo. Nello stesso sondaggio il Pd viene dato al 33,6% e il M5S in calo dello 0,2 con il 26,6%. «Noi abbiamo mandato a casa l’intero cda in cui c’era il padre di Boschi – rivendica il premier – il cda è stato sanzionato e il padre di Boschi ha pagato una sanzione. La legge è uguale per tutti, è finito il tempo delle leggi ad personam».

SISTEMA
La difesa del decreto salva-banche è totale, meno certa quella delle autorità di controllo, Consob in testa. «Io – sostiene – difendo tutte le realtà istituzionali, Consob e Bankitalia, perché si esce da questa situazione tutti insieme. Poi la Commissione verificherà le responsabilità». All’accusa di Salvini di essere responsabile del suicidio del pensionato di Civitavecchia, Renzi replica accusando il leader di un partito che una banca ce l’aveva davvero ed è fallita (Credieuronord) accusandolo si speculare sulla morte, «ma sappia che su questo terreno non ci avrà» perché «non saremo mai a rimorchio di giustizialismo e pressappochismo. Noi non scendiamo nella barbarie di chi pensa di prendere i voti passando sopra la dignità delle persone». Infine, un nuovo attacco «all’Italia del passato» «che avrebbe dovuto cambiare il sistema del credito. Ridurre poltrone e istituti, rendendoli più solidi e meno rischiosi. Non è stato fatto». «Lo faremo noi», promette, con la riforma già fatta delle Popolari e «presto» delle banche cooperative». In tv e nella sua ”lettera” il premier parla anche di legge di stabilità. «Un tempo conteneva un sacco di brutte novità: aumenti, nuove tasse, pessime notizie. Quest’anno vi faccio l’elenco di ciò che mettiamo sotto l’albero di Natale»: stop alle tasse sulla prima casa, «superammortamenti per chi mette i soldi in azienda anziché tenerli in tasca», «80 euro estesi a forze dell’ordine e militari», maggiori «investimenti sulla sicurezza.

 

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