Stadio della Roma: il progetto rimandato al 27 agosto

Non si può chiamare bocciatura, ma – restando in termini scolastici – il progetto complessivo per lo stadio della Roma è stato rimandato a settembre. Anzi, per la precisione al 27 agosto. 
Già, perché la conferenza dei servizi che si è svolta (e si sarebbe dovuta chiudere) ieri proseguirà fino alla data suddetta. Il motivo? Semplice, il piano presentato dai tecnici di Eurnova (la società incaricata dalla Roma per seguire l’iter) non ha convinto il Campidoglio. Anzi. Come già anticipato da Leggo il pacchetto che comprende lo stadio (ribattezzato “Pacchetto Polo: una cittadella con lo stadio intorno”, sulla falsa riga di una vecchia pubblicità di caramelle) è fuori dai canoni previsti dal Comune: troppa cementificazione, pochissime (se non zero) infrastrutture, collegamenti inadatti e un mare di punti interrogativi che l’Eurnova nei prossimi 10 giorni (questa il limite scelto dall’amministrazione capitolina) dovrà trasformare in risposte. «Abbiamo forti perplessità sul trasporto pubblico», ha detto il sindaco Marino. «A tal fine – spiegano da Palazzo Senatorio – la riunione della conferenza dei servizi iniziata oggi non è prescrittiva bensì fornisce delle osservazioni di cui la giunta capitolina terrà conto per il verdetto finale. La conferenza dei servizi iniziata oggi (ieri, ndr) non è l’ultima. L’iter ne prevede un’altra, quella decisiva, che dovrebbe avere altri sei mesi per esprimersi. In questa seconda fase, poi, entrerà in ballo anche la Regione Lazio che, a sua volta, sarà chiamata a mettere tutti i paletti del caso: la responsabilità dell’Ente bacino (perché l’area di Tor di Valle è a ridosso del Tevere) è della Pisana ed in Consiglio regionale che i toni si faranno più aspri. Già, perché sono in molti nelle varie commissioni che vedono con profondo scetticismo il piano nel suo insieme. Altro che tutto fatto, quindi: il progetto per la casa dei giallorossi è ancora in altissimo mare e le acque si prospettano sempre più agitate. Ora la palla passa di nuovo a Parnasi (il costruttore) e ai progettisti che dovranno dare una netta sfoltita alle cubature facendo le opportune valutazioni sugli introiti e le uscite del business.

 

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