Bocciofila, la vicenda di Francesco Caliendo: “Nessun premio dalla mia squadra dopo il campionato”. “La nostra associazione non ha scopo di lucro”

Cicciano – Nonostante l’ottimo piazzamento, la società bocciofila di cui fa parte non gli consegna alcuna medaglia né il premio aggiudicato dalla squadra.

La vicenda tra Francesco Caliendo, ex dirigente accompagnatore, e l’ associazione “Bocciofila Dilettantistica città di Cicciano Del Balzo” si risolverà con un giudizio.

Al centro della contesa, l’anno sportivo 2019-2020, durante il quale Caliendo ha svolto per l’associazione bocciofila di Cicciano il ruolo di dirigente accompagnatore, partecipando a ben 13 incontri del Campionato italiano di società di serie A2 Girone 3 della specialità “Raffa”.

In particolare Caliendo ha deciso di rivolgersi alle vie legali, evidenziando come alla fine dell’anno sportivo in questione all’associazione di cui ha fatto parte, siano stati corrisposti contributi dalla Federazione Italiana Bocceper circa 10 mila euro per la partecipazione al Campionato italiano di Società Serie A2 girone 3 della specialità “Raffa”, così come previsto dal regolamento in vigore. Gli stessi sono stati ripartiti tra tutti gli associati, escludendo solo Caliendo.

L’ACCUSA DI CALIENDO

Francesco Caliendo

Un comportamento che ha determinato per lo stesso – così come spiega l’ex dirigente – un’ ingiusta discriminazione, oltre che un danno d’ immagine a suo carico. “Quanto accaduto -afferma Caliendo –  ha leso profondamente la mia immagine. La mia carriera mi ha portato in questi anni a conseguire importanti riconoscimenti nazionali all’interno della Federazione italiana Bocce F.I.B. L’atteggiamento dell’associazione sportiva dilettantistica “Città di Cicciano del Balzo” , nel negarmi sia la medaglia in argento che i premi in denaro, getta discredito sulla mia persona, visto che solo a me è stato riservato questo trattamento, alimentando presso l’opinione pubblica, sia della provincia di Napoli sia di quelle du Caserta -Salerno – Avellino, e Benevento, il convincimento di essere stato responsabile di qualche comportamento non corretto e fraudolento. Una circostanza che è ancora più dannosa vista la mia posizione di agente di Polizia Penitenziaria e quindi tutore della legalità. Come se non bastasse – continua Caliendo –  numerosissime sono stati i sospetti e pettegolezzi a mio danno  nelle associazioni sportive dilettantistiche sia nella regione Lazio, che nella regione Puglia, Calabria, Campania, poiché gli atleti che ben mi conoscono ed apprezzano da oltre 30 anni hanno mutato l’atteggiamento nei mei confronti, ritenendomi, necessariamente colpevole di malversazioni e negligenze”.

LA DIFESA DELL’ASSOCIAZIONE

Dall’ altro canto, l’ associazione bocciofila difende la propria posizione attraverso una nota del proprio legale. “L’associazione, affiliata alla Fib, non ha alcun scopo di lucro e non possono essere distribuiti utili o fondi. Le somme percepite per l’annualità in oggetto, a titolo di contributi riguardanti la partecipazione al campionato di A2 e il piazzamento ottenuto nell’indicato campionato (secondo posto Girone 3), sono state utilizzate esclusivamente per l’iscrizione al campionato, per la realizzazione dei rispettivi cartellini e per semplici rimborsi spese agli atleti che hanno gareggiato provenendo da altre località campane”.

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