Il sogno di una studentessa liceale: diventare una giornalista sportiva. Il viaggio rivelatore a museo Ferrari di Maranello

Nel cuore pulsante della città del Cavallino Rampante prende forma il mio sogno: diventare una giornalista sportiva. L’evento da me più atteso la domenica, fin da piccola? La gara di Formula 1. Tutto è cominciato un giorno mentre guardavo la televisione, per caso, da un semplice zapping da un canale all’altro, all’improvviso smetto di cambiare programma e la mia attenzione si concentra su una corsa di monoposto. Resto affascinata, rapita dalla velocità di quelle auto splendenti, non so spiegarmi il motivo, ma sento nascere dentro di me un’emozione fortissima che non mi fa staccare lo sguardo dallo schermo. Così sboccia la mia passione.

Ogni domenica, seduta sul divano di casa, incollata allo schermo, ho sempre vissuto e vivo ogni gara come se fossi sulle tribune, scrutando ogni curva, ogni sorpasso, ogni vittoria con occhi brillanti e cuore palpitante.

Non perdo mai niente della Formula 1, cerco di essere sempre informata su tutte le novità, leggo articoli di giornale, libri, sono costantemente aggiornata sulla classifica dei piloti, seguo le qualifiche e, ovviamente, non mi perdo nemmeno una gara. Mi rendo anche conto di poter sembrare maniacale, ma non potrei mai rinunciare alla mia grande passione!

Seguo i pre-gara, i momenti in cui i giornalisti intervistano i piloti, i team principal, gli ingegneri, tutto ciò che fa da cornice alla gara vera e propria e sempre più il mio futuro, piano piano, prende forma, lo vedo plasmarsi davanti ai miei occhi, affamato della mia passione.

Spero fortemente, con tutta me stessa, di ritrovarmi anche io, un giorno, tra quei giornalisti ad intervistare il mio pilota preferito.Non mi accontento di essere solo una spettatrice: il desiderio di trasformare la mia passione in una professione cresce giorno dopo giorno, alimentato dalla mia determinazione e dalla volontà di trasmettere agli altri le mie emozioni.

Accompagnata dal mio amore per i motori, come italiana, non potevo non visitare il Museo Ferrari di Maranello, cuore della velocità, della storia e della passione automobilistica. Un tempio per gli amanti delle corse come me, patria della casa automobilistica più famosa al mondo, la Ferrari.

Per me, giovane studentessa liceale, appassionata di Formula 1,visitare il Museo Ferrari è stato significativo, è stato il primo passo verso la realizzazione delle mie aspirazioni. 

Guardando al mio futuro il museo scrive il punto di partenza per realizzare il sogno di diventare una giornalista sportiva per le corse automobilistiche. Attraversare l’entrata del museo è stato come varcare la porta di un regno magico, è stato un tuffo nella storia, un percorso emozionate tra monoposto leggendarie, trofei scintillanti e pezzi unici che raccontano l’evoluzione tecnologica e il fascino travolgente del motorsport. Ho potuto ammirare le auto storiche che hanno fatto crescere e reso la Ferrari un simbolo delle automobili e le nuove auto simbolo di innovazione.

Ma entriamo nel vivo della visita. Il museo è diviso in più sale immense, proprio come è infinita la storia della casa automobilistica e come i vari settori della quale si occupa. All’ingresso la ricostruzione dello studio di Enzo Ferrari nella fabbrica a pochi passi dal museo è affiancata a scocche di alluminio dei primi prototipi delle vetture che poi sono diventate storia. Ho potuto ammirare la Ferrari F40, che celebra i quarant’anni di produzione automobilistica, una delle auto più ricercate e desiderate dai collezionisti.

In un’altra sala è stato possibile osservare i materiali utilizzati, infatti la Ferrari si occupa di ogni singolo passaggio che deve affrontare l’auto nella sua creazione. Nella fabbrica l’acciaio viene fuso, modellato con stampi utilizzati una volta sola, verniciato e la vettura poi viene personalizzata in ogni singolo dettaglio, dagli interni all’esterno, anche grazie ai tantissimi materiali e tessuti che possono essere visti proprio nel museo.

E poi si arriva alla sala che celebra le infinite vittorie compiute dal marchio Ferrari nel mondo delle corse automobilistiche. Esposte alle pareti ci sono le coppe vinte dai piloti Ferrari e tutti i modellini dalla prima all’ultima auto che ha gareggiato in F1. A forma di semicerchio sono poi disposte le monoposto di F1 che per la scuderia Ferrari hanno fatto la storia, come la Ferrari F1-2000 guidata da Schumacher nel 2000 e che ha portato la Ferrari a vincere il Titolo Piloti e Costruttori.

Ma il vero punto culminate del viaggio è la visita alla Fabbrica Ferrari, il luogo in cui prende vita l’incantesimo. Attraverso un tour guidato, ho avuto l’opportunità di addentrarmi dietro le quinte e di osservare da vicino l’impeccabile artigianato e l’ingegneria di precisione che caratterizzano la produzione di ogni singolo veicolo Ferrari. È un’esperienza che va oltre il semplice spettacolo visivo; è una sensazione che ti avvolge, un senso di appartenenza a qualcosa di straordinario.

Il viaggio a Maranello non è stato solo un’esperienza personale: è stato un’opportunità per il mio futuro, quasi un viaggio rivelatore. Armata di taccuino e penna ho preso appunti, ho scattato foto. Ogni sorriso, ogni sguardo, ogni emozione sono stati catturati.

Tornando a casa, con il cuore pieno di emozioni e la mente ricca di idee, so di aver compiuto un passo importante verso il mio obiettivo, porto con me una rinnovata determinazione, cioè, lavorare sodo per raggiungere il mio sogno: diventare una giornalista sportiva. Il viaggio a Maranello non è stato solo un viaggio fisico, ma un viaggio interiore, un viaggio verso me stessa e verso il mio futuro. E anche se il traguardo finale può sembrare ancora lontano, so di poter contare su una cosa: la mia passione, che è la forza più grande che possiedo, sono pronta a guidarla lungo ogni curva della strada che ho scelto di percorrere.

Maranello rimarrà sempre un punto di riferimento nella mia ricerca di ispirazione e di realizzazione personale, un luogo dove la velocità diventa arte e i sogni prendono il volo.

di Giovanna De Costanza

Foto: Giovanna De Costanza

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