L’università Parthenope ritorna a Nola, ma sorgono perplessità sull’ubicazione dell’ateneo. Il Comitato centro storico “La città non coinvolta in una scelta strategica”. La replica del sindaco

Nola – Lunedì 13 luglio alle ore 10,00 presso la Sala polifunzionale Ottaviano Augusto in via Merliano di Nola, si terrà la conferenza stampa di presentazione del Corso di Studio triennale in “Economia e Management” dell’Università Parthenope che partirà dal prossimo anno accademico 2020/21 (settembre 2020) a Nola. Con l’inaugurazione di questo primo corso l’università Parthenope torna ufficialmente nel territorio nolano.

Il Corso di Studio in “Economia e Management” che afferisce al Dipartimento di Studi Economici e Giuridici, è il primo della Classe di laurea L-33 (Scienze economiche) attivato nel Centro-Sud Italia e offre, dalle verifiche sui dati occupazionali di AlmaLaurea di questo Corso attivo presso Atenei del Nord Italia, un riscontro molto positivo in termini di occupazione professionale post-laurea. L’obiettivo del Corso di Studio è di formare esperti in scienze economiche e manageriali, le cui competenze acquisite possono consentire sbocchi occupazionali in contesti anche internazionali e di preparare indicazioni e proposte su questioni di natura economico-aziendale, con attenzione agli aspetti contabili e finanziario-assicurativi.

All’incontro parteciperanno il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, Prof. Alberto Carotenuto, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Prof. Gaetano Manfredi, il Sindaco del Comune di Nola, Ing.Gaetano Minieri e il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Campania, Dott.ssa Luisa Franzese.

LE PERPLESSITÀ – Il ritorno dell’università rappresenta un fatto estremamente positivo per la città perché riporta intramoenia un polo culturale che può rappresentare anche un indotto economico. Ed è proprio su questo ultimo aspetto che sono emerse le prime perplessità rispetto ad un progetto che appare assolutamente perfetto. Secondo indiscrezioni, l’università avrebbe individuato un lotto in una zona periferica della città (area via Madonna delle Grazie) per costruire la sede nolana rispetto alla quale si parla di investimento di ben 13 milioni di euro. Proprio in ragione di questo le aspettative di molti, sono rivolte all’individuazione di una sede all’interno dell’agonizzante centro storico, considerata la disponibilità di strutture e la notevole disponibilità economica relativa all’investimento. Tutto questo anche in considerazione del fatto che l’area prescelta dall’Università dovrà essere soggetta all’ennesima variante urbanistica. A raccogliere queste istanze è il Comitato civico centro storico che in un documento ha esposto le proprie perplessità invitando l’amministrazione comunale ad orientare la scelta, evitando che la stessa possa rappresentare l’ennesima calata dall’alto e accettata passivamente.

 

MANIFESTO COMITATO CIVICO CENTRO STORICO – “Tempo fa, con enorme soddisfazione, abbiamo appreso della riapertura di una sede a Nola da parte della Università Parthenope. La cosa ci ha fatto particolare piacere soprattutto per la crescita culturale di una città da troppo tempo marginalizzata rispetto alla localizzazione di grandi e qualificati servizi di livello sovracomunale che continuano ad essere ubicati nella fascia costiera napoletana e salernitana.

Si ha notizia però di un iter per individuare la sede svolto sulla base di un Protocollo d’Intesa con il quale la scelta sarebbe stata interamente delegata all’Ateneo, senza che vi sia stata qualsiasi discussione politica nel merito, escludendo la collettività dalla dovuta consultazione e partecipazione per una decisione così rilevante. In tal modo l’Amministrazione comunale ha rinunciato ad esercitare il proprio diritto/dovere di orientare e decidere la organizzazione del suo territorio. Magari anche presentando una propria offerta con i tanti pregiati immobili di cui poteva disporre. La Caserma Principe Amedeo (il ’48), il Palazzo marchese della Schiava, o anche il complesso della Pace, il Convento di Santa Chiara, solo per citare i principali, potevano finalmente rivivere, in considerazione del più che cospicuo investimento, che dovrebbe superare i 13 milioni di Euro.

Tutto ciò in linea, purtroppo, con la perdurante indifferenza al crescente disordine urbanistico prodotto negli ultimi tempi a colpi di Varianti al Piano Regolatore, tese solo a saturare i residui spazi verdi. Tra massicci Piani Casa e sempre più consistenti attività distributive e direzionali, pur in assenza di un Piano Commerciale, si sono cancellati gli spazi liberi al margine della viabilità periferica, con aumento critico del traffico perimetrale e delle polveri sottili. Tanto ha aggravato il progressivo svuotamento del centro storico, in cui sopravvivono, in modo desolante, pregiati contenitori destinati ad un inesorabile degrado.

Credevamo perciò in un segnale in controtendenza rispetto al passato. Credevamo che la scelta fisica della sede di una così importante attività sarebbe stato oggetto di una discussione pubblica all’interno di una più ampia discussione sul futuro di questa città, anche obbligata da tempo all’aggiornamento della sua pianificazione. Questo è il momento di fare scelte coerenti per uno sviluppo sostenibile fondato sui criteri del consumo di suolo zero e sul recupero del costruito abbandonato.

Per quanto appreso, peraltro, la scelta localizzativa della nuova struttura sarebbe anch’essa in Variante al Piano Regolatore Generale, interessando una Zona del tipo “H” destinata alle “attrezzature di quartiere” (D.M. 1444/68, art. 3). La zona, inoltre, risulterebbe collocata in area con ridotta accessibilità ed adeguati parcheggi, distante dai terminali del trasporto pubblico su ferro e gomma, servita da una insufficiente viabilità secondaria, gravata già da pesanti flussi veicolari che determinano frequenti intasamenti.

Tanto delude profondamente le aspettative di questo Comitato, convinto della urgente necessità di affrontare in modo concreto il tema del futuro di Nola, da impostare prioritariamente sulla rigenerazione del centro urbano, non sprecando perciò un’occasione che può determinare una vera svolta nella organizzazione di questo trascurato territorio, riprendendo la politica il ruolo che le compete di guida e di “governo reale” della città”.

LA REPLICA DEL SINDACO MINIERI –  Dal suo profilo facebook il sindaco Gaetano Minieri ha precisato quanto segueLa riqualificazione di Piazza d’ Armi resta una delle priorità di questa Amministrazione. Purtroppo il Demanio non ha voluto cedere la Caserma Cesare Battisti all’ Università in quanto intende farne una cittadella Giudiziaria mentre per la Piazza stiamo lavorando per trasferirla in proprietà al Comune di Nola con un progetto di riqualificazione (i documenti in possesso dell’ Ente sono visibili da tutti in qualsiasi momento), analogamente la Curia non ha ritenuto opportuno mettere a disposizione alcuni locali del Seminario Vescovile che sarebbe stata un’ altra prestigiosa sede, la scelta della Parthenope è autonoma in quanto è un investimento con fondi propri, la scelta e stata fatta (autonomamente) a seguito di una trasparente manifestazione di interesse, poi sarà l’ ufficio tecnico comunale a verificarne le condizioni urbanistiche per il rilascio delle autorizzazioni Per quanto riguarda la localizzazione mi pare una sterile polemica in quanto il mio albergo ha solo 13 camere ed il ristorante ha una vocazione per il wedding che poco ha a che fare con l’ ateneo. Se poi queste polemiche servono ad allontanare la realizzazione dell’ Ateneo sul nostro territorio ditelo chiaramente!!!!”

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