Nola, a quando risale l’attuale toponomastica cittadina?

Nola – La denominazione delle strade e delle piazze del centro storico di Nola rappresenta un ulteriore elemento di eccezionale importanza  che fonde in uno la storia dei luoghi e il ricordo dei personaggi che quei luoghi hanno vissuto.

Nola, infatti, possiede non solo una ricca stratificazione storica in termini di archeologia e di monumenti ma anche un copioso numero di cittadini che si sono distinti nella storia della città.

Giordano Bruno, Ambrogio Leone, Pompeo Fellecchia, Gian Stefano Remondini, Tommaso Vitale, Giovanni Merliano, Luigi Tansillo e molti altri i personaggi che oggi intitolano le strade e le piazze del tessuto urbano.

Tuttavia, ancora nella prima metà dell’ottocento, le denominazioni delle vie di Nola traevano origine dai palazzi, conventi e chiese e nessuna era intitolata a cittadini.

Ricordiamo, a tal proposito, la denominazione della centrale Piazza Duomo che, nel 1800, era intitolata “Largo del Vescovado”, oppure Piazza Giordano Bruno denominata “Piazza del Mercato” e, ancora, l’attuale Via Giovanni Merliano intitolata nel 1800 “Via Santo Spirito”, per la presenza dell’omonimo monastero.

Ma quando venne rivista e rettificata la toponomastica cittadina?

Alla fine del primo decennio successivo all’Unità d’Italia, il consiglio comunale di Nola decise di rivedere i nomi di strade e di piazze della città. Difatti, alcuni di essi si riferivano ad avvenimenti dei quali si era perduto la memoria mentre molti altri traevano origine dagli edifici sacri che non esistevano più.

Così, nella riunione consiliare del 22 settembre 1869, fu affidato l’incarico ad un’apposita commissione, scelta fra gli stessi membri del consiglio comunale, di rivedere la toponomastica di Nola.

Solo dopo sei anni si giunse ad una definizione del documento con i nuovi titoli. Il 23 novembre del 1875, nel corso dell’ultima riunione, dopo la lettura di una lunga relazione del consigliere Francesco La Rocca, furono approvate definitivamente le variazioni e le integrazioni da apportarsi alle targhe viarie.

La toponomastica attuale ancora si fonda su quella impostazione ottocentesca costituendo una sorta di indice di archivio, un motivo di approfondimento circa lo studio sui personaggi e sui luoghi della città, senza dubbio un patrimonio che  va preservato.                                                                                                                                                                                 

di Maurizio Barbato                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

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