Nola, Pronto soccorso chiuso da due giorni. Operatori sanitari lasciati soli. Situazione ad alto rischio per il territorio

Nola – “Mentre a Roma si discute, Sagunto brucia ”. La nota citazione descrive al meglio la gravità dell’ emergenza a Nola. Il pronto soccorso dell’ospedale è chiuso da due giorni e nessuno pare prendere un’ iniziativa forte per sbloccare la situazione. Una vicenda gravissima che lascia un territorio di 500 mila persone senza una reale assistenza sanitaria che sembra stia passando tra l’indifferenza e il silenzio generale.

La decisione è stata assunta a causa dei tanti pazienti Covid presenti all’interno del nosocomio, spalmati tra il reparto Medicina e il Pronto soccorso. Questa mattina i rappresentanti del personale hanno incontrato il direttore sanitario che però non ha saputo offrire alcuna risposta in merito, se non quella di interessare la direzione generale dell’Asl Napoli 3 Sud con un successivo tavolo che pare si sia tenuto nel tardo pomeriggio a Torre del Greco. L’obiettivo è quello di ripristinare tempestivamente, già a partire da domani, il servizio di Pronto soccorso. Ma fino ad ora nessuna notizia in tal senso è arrivata.

L’ospedale di Nola non è un presidio Covid

La perplessità maggiore è dovuta dal fatto che pazienti Covd non dovrebbero stare al Santa Maria della Pietà, non attrezzato per questo. Gli stessi dovrebbero trascorrere la degenza in altri presidi sanitari dedicati. Quest’ultimi, però, risultano in questo momento saturi.

Ma qualcuno si sarebbe dovuto preoccupare di garantire una capienza maggiore in vista dell’annunciato ritorno dell’epidemia nei mesi autunnali?

Operatori sanitari lasciati soli

La conseguenza di questa profonda disorganizzazione, mancanza di programmazione, assenza di un indirizzo chiaro, accompagnato da un silenzio assordante da parte di tutte le istituzioni politiche e sanitarie, di tutti i partiti e rappresentanti del territorio, è la solitudine a cui sono relegati gli operatori sanitari. I camici bianchi in maniera ininterrotta stanno affrontando questa emergenza con uomini e mezzi inadeguati nel numero rispetto alla gravità della situazione. Sono allo strenuo delle forze.

Sui social è il dottor Aniello Lauri, dirigente medico del Santa Maria della Pietà, a rappresentare la drammaticità di quanto sta accadendo

Se fossi il sindaco di Nola, eletti del territorio mi incatenerei all’ingresso dell’ospedale. Il pronto soccorso non può restare chiuso. La gente – afferma Lauri – ha bisogno di cure ed assistenza. Si decida per la migliore situazione con determinazioni giuste. Siamo in confusione, senza personale, senza percorsi adeguati e con il morale a pezzi sfiorando la psico depressione. Una cosa è certa l’ospedale di Nola non può essere per struttura recettiva Covid. Vi prego muovetevi ed incatenatevi come simboli e per opinione costruttiva”

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