Spending review: tensione tra i ministri per l’applicazione

Il corpo a corpo è rinviato alla prossima settimana. Matteo Renzi ha dato altri tre giorni di tempo ai ministri per mettere nero su bianco le loro proposte di tagli per i singoli dicasteri. Poi domenica sera, se com’è probabile l’auto-riduzione delle spese non risulterà sufficiente, il premier procederà a organizzare il “confessionale” per i giorni successivi: incontri a quattr’occhi con ciascun ministro. Obiettivo: strappare qualche taglio in più.

L’imperativo del premier, alla ricerca di 20 miliardi con cui riempire la legge di stabilità, confermare il bonus di 80 euro e procedere a una nuova sforbiciata delle tasse sul lavoro a favore delle imprese, è categorico: «Ogni ministro deve portare proposte di tagli pari al 3 per cento del loro budget».

Ma l’impresa si annuncia tutt’altro che semplice. Ad esempio il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, è disposta a offrire il 3 per cento solo riguardo al budget del suo dicastero. Vale a dire: più o meno 40 milioni. Ma non ha alcuna intenzione di sforbiciare il fondo per sanità su cui si regge il Patto per la salute, sforbiciata però che potrebbe rendere 3 miliardi.

 

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