Galliani, ricorso in ogni sede

Il Milan farà ”ricorso in ogni sede possibile” contro la partita a porte chiuse con cui è stato punito per cori espressione di discriminazione territoriale. Lo ha detto l’ad rossonero Adriano Galliani. ‘Mi auguro che lo stadio sia pieno contro l’Udinese, lo spero”, ha spiegato Galliani durante la presentazione del rinnovo del contratto con Adidas. ”Senza entrare nello specifico, posso solo dire che faremo ricorso in tutte le sedi dove sarà possibile contro la chiusura dello stadio, per cercare di evitare questa punizione”, ha aggiunto

La Lega di serie A ha ”spedito formalmente alla Federcalcio la lettera per modificare la norma sulla discriminazione territoriale”. Lo ha annunciato il presidente della Lega di serie A Maurizio Beretta a margine di un evento con Panini. Nella lettera in cui la Lega di serie A ha sollecitato la modifica della norma sulla discriminazione territoriale, c’è anche la richiesta di ”convocare sul tema il Consiglio federale con l’urgenza che la situazione richiede”. Lo ha detto il presidente della Lega serie A Maurizio Beretta sottolineando che ”è importante rivedere il sistema sanzionatorio, le attenuanti e gli aiuti collaterali per non dare armi improprie e rinforzare le minoranze ultrà”. ‘Il problema è già stato posto in Consiglio federale – ha notato Beretta parlando del rapporto tra la norma Uefa e l’applicazione italiana -, la questione è capire come si ottiene il risultato facendo l’interesse dei valori che si affermano e della stragrande maggioranza dei tifosi: bisogna riflettere molto in fretta ma in maniera laica altrimenti rischiamo di consegnare le chiavi degli stadi e del campionato a una minoranza”. Secondo Beretta ”la chiusura completa di uno stadio è molto grave per l’immagine del calcio e per le persone perbene che sono il 99,9% di chi frequenta gli stadi. Le disposizioni sanzionatorie in atto portano a risultati che nessuno voleva all’inizio”. La situazione è complicata nei rapporti troppo spesso ambigui fra società e ultrà? ”Nel complesso è molto netto il percorso di affrancamento del calcio italiano da qualunque tipo di rapporto. Ci sono momenti in cui servono prese di posizione nette ma bisogna valorizzare gli aspetti positivi e ridurre al minimo gli effetti degenerativi”.

 Polemica cori Nord-Sud, Figc frena Galliani – “Discriminazione territoriale”, ovvero: Nord contro Sud. E’ il nuovo caso che il calcio italiano si trova ad affrontare, oltre al razzismo, alla violenza, ai processi sportivi. Sempre protagonista della distorta ‘contestazione’ delle curve, il coro contro i napoletani o terroni – o semmai vi fosse stato viceversa – era l’unico razzismo” esistente, prima della nuova pratica di offendere neri e stranieri. Per anni aveva fatto poco scalpore, a meno di episodi eclatanti alla “forza Vesuvio”, ma ora le nuove normative volute dall’Uefa lo riportano in primo piano. La partita a porte chiuse inflitta al Milan per i cori dei suoi tifosi contro i napoletani ha creato un nuovo fronte. Da una parte Galliani e Lotito, uniti con la Lega di serie A per cercare di abolire il concetto di discriminazione territoriale, dall’altra Figc e Coni che frenano o dicano espressamente no a Galliani. Intanto i tifosi, che dagli spalti si lanciano umilianti offese, sembrano volersi unire per garantirsi il diritto all’epiteto e aumentare il loro potere nei confronti delle società.

All’ad rossonero che ieri chiedeva la revisione della nora si è unito oggi Lotito: ”Con questa norma le società sono ostaggio degli ultras che possono far chiudere lo stadio facendo 50 cori”. Figc e Coni hanno replicato con un “no” unanime: “La discriminazione territoriale nel nostro codice è presente da tantissimo tempo, ora è cambiata la gradualità delle norme, decise su indicazione di Uefa e Fifa”, afferma Giancarlo Abete, mentre Giovanni Malagò rifiuta “distinzioni tra razzismo e territorio”, suggerendo che il settore dello stadio interessato prenda provvedimenti nei confronti di chi penalizza la propria squadra”. ”Ma Platini non è il vangelo”, la controreplica di Lotito, che ha pagato il suo scotto in campionato e anche in Europa. E’ evidente il timore delle società di pagare sempre più caro il comportamento dei propri tifosi visto che dopo la chiusura della curva e dello stadio, subite per primo dal Milan, si passa alla penalizzazione in classifica ed alla gara persa a tavolino, fino alla squalifica del campo per due anni. “Se migliaia di persone assumono un comportamento di un certo tipo è giusto che vada censurato – sostiene Lotito -, Ma 20/30 persone non rappresentano la tifoseria: bisogna distinguere i tifosi-delinquenti dai delinquenti-tifosi. Non possiamo vietare ai tifosi di proferire parola, le società non hanno i mezzi per prevenire il fenomeno – conclude -. Inoltre, chi rileva i cori? Nel caso della Lazio i rappresentanti di un’associazione chiamata Fare (Football against racism in Europe). Ma chi dice che le rilevazioni del Fare sono tali da giustificare la chiusura dello stadio? E’ la devianza di questo sistema”. Le possibilta’ di cambiare la normativa sono molto scarse, in quanto, come spiega Abete, “se è’ opportuno riflettere sulle modalità applicative, il quadro delineato è frutto di un sistema di contrasto recepito a livello internazionale”. Chi si sta muovendo in fretta, invece, sono i tifosi. “Tutte le curve facciano cori discriminanti per arrivare ad una domenica di totale chiusura degli stadi”, propone la Curva Nord dell’Inter, che plaude anche ai tifosi napoletani per gli striscioni autoironici (“Napoli colera”, ndr) esposti domenica, quando “hanno dimostrato chi sono i veri buffoni di questa triste storia di discriminazione e razzismo”. Dopo la “tregua” per la nazionale, potrebbe arrivare una tempesta di cori offensivi, razzisti e non. Un grimaldello che le tifoserie organizzate possono usare per tentare di scardinare un sistema che considerano discriminatorio e repressivo. E venerdì 18 c’è Roma-Napoli.

 

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