L’opera di Pipariello continuerà con una fondazione

Nola – Un uomo semplice che amava ridere. Così è stato ricordato Salvatore Esposito, in arte Pipariello, a due mesi esatti dalla sua scomparsa. Lui che solitamente entrava negli ambienti che più amava frequentare in punta di piedi, è stato acclamato come un vero artista. Ed in fondo lo era. Calciatore, poeta, scrittore, commediografo, compositore … una vita interamente dedicata all’Arte, ma soprattutto, alla sua città  che ha amato (e cercato) sino all’ultimo respiro. I figli Antonio e Mario, accompagnati dalla mamma Anna, hanno voluto dedicargli una serata nell’aula consiliare dell’Ente di piazza Duomo, non per commemorarlo, bensì per ripercorrere insieme agli amici più cari i 64 anni di vita vissuta, di cui 30 racchiusi nello storico “Annuario”, vera perla di ricordi e testimonianze della Città. Sembrava di vederlo seduto tra i banchi della sala per poi alzarsi ad osservare il pubblico presente, sornione e gioioso come era solito approcciarsi alla vita. Ad un certo punto sembrava vederlo sorridere quando i suoi attori e registi hanno speso una parola per lui, trattenendo a stento l’emozione. “Con lui sono cresciuto – ha commentato Vittorio Ambrosio, tra i suoi più assidui sostenitori -, calcando per la prima volta il palcoscenico nel lontano 2004, quando con la commedia “La Migliore” nacque la “Compagnia Teatrale Pipariello”. Da allora solo successi, ma soprattutto tanta umanità”. “Era un uomo eccezionale per il quale mi sono messo in discussione accettando la regia di un musicol con ben 26 attori – ha ricordato Peppe Ciringiò. Era una persona straordinaria che amava la semplicità e rideva di gusto nel raccontare le sue battute”. “In una Città avvolta dall’apatia Salvatore rappresentava le ali della vita, l’inno al voler vivere – ha rimarcato Ciro Ruoppo, attore professionista che ha diretto più di una regia con Esposito”. 7 anni di rappresentazioni teatrali costellate da momenti indimenticabili con la presenza di tanti giovani coni quali Pipa amava confrontarsi e intrattenersi. Giovani che ricambiavano il suo affetto con la loro passione per il teatro mettendosi a disposizione per quell’uomo desideroso di far conoscere le sue commedie, non per narcisismo quanto per regalare alla città un pezzo di sé. E ci è riuscito a pieni voti Salvatore, sia come poeta che come commediografo. E ci è riuscito anche come “cantore” dei fatti della Città immortalati attraverso foto e didascalie nei suoi 30 Annuari. Un percorso che ora il figlio Antonio intende portare avanti con grande scrupolosità, tipica del Pipa. “Oggi siamo qui per ricordare papà è vero – ha esordito emozionato Antonio -, ma soprattutto per dire alla Città che l’opera di mio padre non finirà. La Compagnia andrà avanti mettendo in scena già nella prossima stagione due opere, una musicale diretta ancora una volta da Peppe Ciringiò e una commedia in due atti per la regia di Ciro Ruoppo. Un impegno che sento di portare avanti nel nome di un uomo che mi ha amato, cresciuto e formato. E proprio in sua memoria è nostra intenzione istituire una Fondazione che racchiuda l’intera sua opera. Un Ente che tuteli il suo vasto patrimonio culturale ma che, soprattutto, metta in cantiere tutte le energie necessarie per raccogliere fondi da destinare alla ricerca sul cancro. Papà ci ha insegnato tanto è vero, ma ci ha insegnato prima di tutto a donare senza remore. Il suo insegnamento oggi vive in me e in tutti quelli che sono qui questa sera. Grazie di vero cuore, sono sicuro che da lassù ci guarda ed è orgoglioso di ognuno di noi”.

di Autilia Napolitano

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